L’annuncio del colosso russo Gazprom, che prevede di chiudere maggiormente il rubinetto a partire da questo mercoledì, arriva solo quattro giorni dopo la ripresa dell’attività di quella infrastruttura.
La guerra del gas all’ombra dell’invasione russa dell’Ucraina non ha pace. Il colosso russo del gas Gazprom ha annunciato che, a partire da questo mercoledì, dimezzerà il flusso di corrente attraverso il gasdotto Nord Stream 1, che ha riaperto il 21 luglio dopo un’interruzione per manutenzione.
La società ha riferito attraverso il suo account sul social network Telegram che ridurrà drasticamente le consegne di gas russo in Europa a 33 milioni di metri cubi al giorno. Ciò significa che lavorerà al 20% della sua capacità rispetto al 40% con cui aveva ripreso la sua attività. La società argomenta la decisione sulla necessità di manutenzione di una turbina.
La Germania temeva che, all’ombra delle turbolenze generate dalla guerra contro Kiev, la chiusura temporanea, iniziata alle sei del mattino dell’11 luglio, finisse per diventare permanente. Ora, dopo la riapertura di giovedì scorso, arriva un nuovo incidente con l’annuncio questo lunedì di una nuova chiusura del rubinetto.
Per Berlino tutto è un “pretesto” e una decisione “politica”, riferisce l’Agence France Presse. “Secondo le nostre informazioni, non vi è alcun motivo tecnico per ridurre le consegne”, ha detto a questa agenzia un portavoce del ministero dell’Economia tedesco.
L’infrastruttura di questo gasdotto, essenziale per completare le riserve di gas tedesche in previsione dell’inverno, era già operativa al 40% della sua capacità in attesa di una turbina che, secondo la società, sta ancora tornando dal Canada, dove è stata sottoposta a riparazione.
Secondo Gazprom, la riduzione dei flussi è dovuta allo stato di un’altra turbina presso la stazione di pompaggio di Portovaya. Da parte sua, la Germania afferma che “non ci sono ragioni tecniche” per ridurre la fornitura di gas. I prezzi del gas sono balzati al 10%, mentre il Cremlino ha promesso, tramite il suo portavoce, Dimitri Peskov, di riprendere i flussi verso quanto precedentemente stabilito.
L’Ucraina spera di riprendere le esportazioni di grano questa settimana dopo l’accordo mediato dalle Nazioni Unite venerdì, hanno affermato lunedì due ministri del governo ucraino. Peskov ha assicurato che il bombardamento delle forze russe di sabato a Odessa “non può e non deve” influenzare la produzione di questi semi.
Mosca ha ammesso domenica di aver compiuto quell’attacco, ma ha sostenuto che si trattava di distruggere “infrastrutture militari” nella città sulle rive del Mar Nero, strategica per l’esportazione di semi ucraini. Il giorno prima Mosca aveva negato la responsabilità degli eventi al ministro degli Esteri turco. Le autorità ucraine, invece, sostengono che il bombardamento abbia danneggiato le strutture portuali.
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