Gazprom taglia drasticamente le forniture di gas all’Europa. Mediante il condotto Nord Stream. Da Mercoledì 27 Luglio, infatti, arriveranno nel nostro continente solo 33 milioni di metri cubi al giorno. A seguito dell’annuncio dalla Russia i prezzi sono schizzati alle stelle.
Dal 27 Luglio, quindi, le forniture di gas dalla Russia saranno ridotte al 20%. Lo ha annunciato la Gazprom la multinazionale russa controllata dallo stesso Governo di Putin. Si tratta di un taglio drastico. La società, specializzata nell’estrazione e nella vendita di Gas, imputa a dei lavori tecnici di manutenzione straordinaria da fare sul gasdotto Nord Stream. Occorre fermare una turbina secondo i fornitori di Gas mentre non c’è necessità di fare nessun intervento sul gasdotto è ciò che pensano al Ministero dell’Economia in Germania.
La quasi certezza matematica non c’è ma il dubbio che questi tagli drastici siano riconducibili alla guerra tra la Russia e l’Ucraina e le conseguenti sanzioni europee scatenate contro gli assalitori, sono del tutto legittimi.
Una cosa è certa: è stata una notizia funesta per l’economia Europea. Non solo i prezzi del gas sono schizzati alle stelle, si parla solo oggi di un rialzo del 11%, ma anche le Borse di tutta europea hanno iniziato ad incassare il colpo.
Il progetto nasce nel 1997 ma è solo nel 2011 che si concretizza con la posa della prima conduttura. E uno dei gasdotti più grandi ed importanti al mondo basti pensare che attraverso il Mar Baltico trasporta il gas dalla Russia all’Europa.
E’ così che 55 miliardi di metri cubici di gas ogni anno partono dalla Siberia ed attraversano i fondali del Mar Baltico proprio grazie al Nord Stream per arrivare in Germania ed essere smistati in tutta Europa. 1224 chilometri di lunghezza totale fatto di tubi d’acciaio della lunghezza di dodici metri. La sua costruzione ha avuto una velocità di 3 Km al giorno ci sono voluti circa 400 mila tubi.
A seguito dell’invasione Russa nei confronti dell’Ucraina per fermare il conflitto e far mediare le parti in causa l’Europa ha varato vari pacchetti di sanzioni nei confronti della Russia e di Putin.
L’idea era quella di mettere in difficoltà l’economia russa. Questo per evitare che si potesse finanziare una guerra lunga e per convincere, quasi costringere, le parti in causa a mediare e trovare la pace.
La Russia, dal canto suo, ha risposto con una serie di misure tese a mitigare le ripercussioni delle sanzioni europee sulla propria economia. Una tra tutte la richiesta che il gas venisse pagato in Rubli (moneta corrente russa).
La drastica riduzione delle forniture che Gazprom annuncia fanno temere che sia una altra rappresaglia della Russia nei confronti dell’Unione Europea a seguito delle sanzioni subite.
Il Nord Stream era già stato chiuso solo pochi giorni fa per manutenzione a seguito poi delle quali aveva visto la sua capacità ridotta al 40%. Oddi un ulteriore ma, stavolta, decisivo quanti drastico taglio, vede la sua capacità portata al 20%.
Per spiegare i numeri basti pensare che il solo Nord Stream già non era più sufficiente ed era stato costruito il Nord Stream 2. Progetto questo mai attuato per vari ostruzionismi burocratici ma, soprattutto, politici.
Raddoppiare la capacità di Gas dalla Russia all’Europa non era visto di buon occhio dagli Usa e da alcuni partner europei. L’utilizzo del gasdotto attraverso il Mar Baltico senza passare per alcuni Paesi dell’est, tra cui proprio l’Ucraina, permette alla Russia di gestire in piena autonomia. Senza, cioè, nessun riconoscimento, anche, economico ad altre Nazioni.
Che il gas e l’economia siano alla base del conflitto russo-ucraino non viene nascosto da politologi, economisti etc. La certezza, però, che a causa di questa crisi ed i relativi tagli del gas, siano essi pretestuosi o meno, andranno ad incidere sulla vita reale dei cittadini e sull’economia di molte Nazioni è un dato di fatto.
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