Venerdì scorso, in pieno giorno, un furgone della gendarmeria francese ha attraversato il confine a Claviere e percorsi alcuni chilometri in territorio italiano ha accostato per far scendere dei giovani migranti all’altezza di un bosco nei pressi di Cesana Torinese. Alcuni ragazzi africani sono stati lasciati sul ciglio della strada. Un gendarme, con un cenno della mano, li ha quindi invitati ad inoltrarsi nel bosco. Il furgone ha poi fatto inversione di marcia ed è tornato verso la Francia. Il tutto è stato immortalato dalla telecamera della Digos di Torino. Il ministro degli esteri Enzo Moavero ha immediatamente chiesto informazioni all’ambasciata di Francia su quello che è a tutti gli effetti un abuso, ovvero un’operazione di pubblica sicurezza illegittima condotta da una forza di polizia straniera fuori dai limiti della sua giurisdizione.
Intervistato da La Stampa, il prefetto di Hautes-Alpes, Cécile Bigot-Dekeyzer, minimizza escludendo che dietro ci sia una precisa strategia politica e scarica la colpa sui singoli gendarmi: “Era stato annunciato alle autorità italiane che sarebbero stati riportati due stranieri al confine. Ma il furgone non avrebbe dovuto entrare in territorio italiano. Un errore di inesperienza fatto da gendarmi che lavorano da poco in questo dipartimento. Non per questo meno grave, stiamo facendo un’indagine interna”.
Con un post su Facebook il ministro dell’Interno Matteo Salvini esprime la sua rabbia e dichiara irricevibili le scuse del governo francese:
Abbandonare degli immigrati in un bosco italiano non può essere considerato un errore o un incidente.
Quanto successo a Claviere è un’offesa senza precedenti nei confronti del nostro Paese, e mi chiedo se gli organismi internazionali, a partire dall’Onu fino all’Europa, non trovino “VOMITEVOLE” lasciare delle persone in una zona isolata, senza assistenza e senza segnalazioni. Chi erano questi immigrati? Da dove venivano? Perché sono stati abbandonati?
E ancora: per la civile Parigi è normale scaricare delle persone nei boschi?
Perché i francesi parlano di “gendarmi che non conoscevano la strada”, se poi il furgone è rientrato nel proprio paese a gran velocità e senza esitazioni? Andremo fino in fondo. Siamo di fronte a una vergogna internazionale, e il signor Macron non può far finta di nulla.
Non accettiamo le scuse.
Oggi il premier Conte, intervenendo in aula al Senato, ha usato termini più istituzionali: “Serve un’equa condivisione delle responsabilità e dobbiamo consolidare quel cambio di paradigma sancito all’ultimo Consiglio. Sino a quando non avremo garanzie su questo punto non accetteremo a scatola chiusa soluzioni sui movimenti secondari (ovvero spostamenti di migranti da un paese ad un altro dell’Unione Europea, ndr) che stanno a cuore ad altri Paesi”.
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