Che fine ha fatto Genny ‘a carogna? Il capo ultrà del Napoli è stato condannato a dieci anni di reclusione per traffico internazionale di droga. Genny, al secolo Gennaro De Tommaso, era diventato famoso durante la finale di Coppia Italia del 2014 tra Napoli e Fiorentina allo stadio Olimpico di Roma. Prima della partita erano scoppiati violenti scontri tra ultrà napoletani e romanisti, culminati con il ferimento di Ciro Esposito, tifoso partenopeo poi morto in ospedale.
Genny ‘a carogna salì alla ribalta mediatica perché, a cavalcioni sulla barriera divisoria della curva, sembrava mediare tra i tifosi del Napoli (avvelenati visto che le notizie della morte di Esposito stavano iniziando a circolare) e le forze dell’ordine, affinché la finale si disputasse senza problemi. De Tommaso suscitò l’indignazione dell’opinione pubblica anche perché indossava la maglietta con la scritta “Speziale libero”. Antonino Speziale è l’ultrà del Catania condannato per l’omicidio del poliziotto Filippo Raciti, ucciso durante i disordini alla fine del derby siciliano Catania-Palermo del 2007.
La condanna a dieci anni nulla c’entra con quella partita. Genny ’a carogna, con diversi precedenti penali alle spalle, è stato coinvolto insieme a esponenti della camorra in un’inchiesta sull’importazione di droga dall’Olanda e dalla Spagna. A novembre 2015 si era costituito alla polizia finendo così in carcere. Un anno dopo aveva ottenuto gli arresti domiciliari, purché se ne andasse lontano da Napoli: era finito così a Livorno. Il 28 novembre è arrivata la sentenza al termine del processo con rito abbreviato. Il gup lo ha condannato a dieci anni di carcere (l’accusa ne aveva chiesti 18) per associazione a delinquere e traffico internazionale di stupefacenti. Insieme a lui condannati due zii e due cugini.