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La diga che era stata costruita in fretta sul torrente Polcevera per contenere il petrolio fuoriuscito da una tubatura dell’oleodotto Iplom non ha retto a causa della pioggia caduta durante la giornata di sabato 23 aprile. In seguito al cedimento della diga allestita con una barriera di sabbia e con panne anti-inquinamento, l’acqua mista a petrolio si è riversata verso il mare. Grazie al lavoro della Capitaneria di porto e del ministero dell’Ambiente, la situazine è migliorata e intanto è stato revocato, ma solo per il Savonese, lo stato di emergenza locale proclamato in precedenza.
Durante i lavori di sabato 23 aprile, un altro argine è stato aperto dai tecnici per evitare che il livello d’acqua nel torrente si innalzasse ulteriormente. E’ stato evitato il rischio che altro greggio finisse in mare, dopo che la chiazza si era già allargata verso la riviera di Ponente, raggiungendo la costa davanti a Loano.
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Nella giornata di sabato i riflettori sono stati puntati sui lavori alla foce del Polcevera e in mare aperto. Dalla direzione marittima di Genova era giunta una nota in cui si legge che la situazione relativa allo stato attuale della presenza di idrocarburi presso la foce del Polcevera era ”delicata ma sotto controllo”. Il cedimento di una delle barriere create lungo l’alveo del torrente non avrebbe determinato ”una maggiore fuoriuscita di sostanza oleosa, anche perché a valle di tale barriera, altri presidi di contenimento erano già operanti. Inoltre le maestranze al lavoro lungo il greto si stanno attrezzando per ripristinarla. Le panne galleggianti di tipo oceanico che già da tre giorni operano presso la foce del Torrente Polcevera, stanno svolgendo la loro funzione di contenimento, nonostante la portata d’acqua del torrente sia aumentata a seguito delle piogge cadute durante la notte e nelle prime ore della mattinata”, si legge nella nota.
Secondo quanto confermato dalla capitaneria di porto una striscia oleosa di 2 km larga 4 miglia è stata individuata al largo di Loano e si è diretto verso Sud: il materiale che si è raccolto in seguito all’incidente all’oleodotto Iplom in Valpolcevera ”non dovrebbe spiaggiarsi”. Delrio è poi intervenuto per rassicurare i residenti: ‘‘Si sta lavorando per il ripristino e si sta costruendo un presidio di protezione in mare”.
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E il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha annunciato lo spostamento dei mezzi della flotta Castalia di Livorno (Tito) e Civitavecchia (Ievoli shuttle) nel tratto di mare interessato dallo sversamento di greggio per un intervento anti-inquinamento.
Alle ore 17 di sabato si è alzato in volo da Genova un ATR42 della guardia costiera, con a bordo Giovanni Pettorino, Comandante del porto di Genova, per un ulteriore monitoraggio aereo di tutto il litorale del ponente ligure, anche al fine di verificare quanta sostanza oleosa era ancora presente.
Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, su Facebook ha rassicurato che il lavoro di contenimento ha funzionato e che tutto si è ridotto a un’emergenza locale, pubblicando questo post:
Ma il deputato di Possibile Luca Pastorino ha sostenuto che rassicurazioni di questo tipo arrivate anche da parte di Delrio e Galletti, non servono: ”Serve uno sforzo sempre maggiore perché l’emergenza ambientale che si è determinata dopo lo sversamento di petrolio nel Fegino a causa della rottura della conduttura dell’Iplom non può essere derubricata a ‘emergenza locale’. Si corrono rischi enormi e sottostimare i danni non è produttivo”.
La situazione è in evoluzione e continua lo stato di emergenza locale, revocato finora solo per la zona di Savona, Si attende un nuovo vertice per decidere come affrontare l’emergenza. Prosegue intanto il monitoraggio della chiazza di greggio residua, che si muove verso Sud.
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