Francesca Tuscano è morta a 32 anni dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca: la famiglia avrà un risarcimento ammontante a 70 mila euro.
Dopo aver ricevuto il vaccino AstraZeneca, Francesco Tuscano è morta. La famiglia otterrà un risarcimento di 70 mila euro: questa la somma stabilita dallo Stato per risarcire i familiari della giovane insegnante deceduta a Genova all’età di 32 anni dopo la somministrazione della dose. Il suo è stato definito, dalla comunità scientifica, un “caso modello di reazione rarissima e gravissima avversa”.
Francesca Tuscano è morta in seguito alla somministrazione del vaccino AstraZeneca. La ragazza aveva 32 anni. Lo Stato ha stabilito un risarcimento per la famiglia pari a 70 mila euro. I genitori della giovane valutano il processo civile.
Per quello che riguarda gli esami effettuati sulla ragazza deceduta, i medici hanno detto che non ci sono dubbi: “Il decesso è ragionevolmente da riferirsi a effetti avversi da somministrazione di vaccino anti Covid”: queste le parole del medico legale Luca Tajana e dell’ematologo Franco Piovella.
Il risarcimento previsto per la morte della ragazza ha lasciato l’amaro in bocca la famiglia che sta valutando di intraprendere una causa civile. Per questo motivo, i familiari di Francesca si sono rivolti a Federico Bertorello e Tatiana Massara al fine di comprendere come procedere per intraprendere questa strada.
Gli avvocati sono già al lavoro sulle pratiche burocratiche per ottenere gli indennizzi previsti in questi casi. I legali, infatti, hanno dapprima messo insieme i documenti medici che stabiliscono che il decesso di Francesca è avvenuto per Vitt, una trombosi cerebrale molto rara scatenata dal vaccino AstraZeneca.
Il dramma vissuto dalla famiglia è di dimensioni immani, pertanto il risarcimento previsto non è sufficiente per colmare il vuoto lasciato dalla perdita dell’insegnante 32enne che è spirata nel mese di aprile del 2021.
La morte della 32enne è un caso rarissimo di reazione grave alla somministrazione del vaccino AstraZeneca. La giovane si vaccinò, il 22 marzo, all’hub che fu allestito all’Albergo dei Poveri. La consulenza tecnica della Procura ha stabilito che la struttura sanitaria di Alisa non ha responsabilità nell’accaduto:
“I contenuti, le modalità di predisposizione, compilazione e valutazione del questionario anamnestico appaiono completi sotto ogni loro aspetto. Analogamente, l’attività informativa attraverso la quale Tuscano Francesca espresse il suo consenso alla pratica vaccinale appare completa ed esaustiva“.
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