La città di Genova è bloccata da cortei e manifestazioni in cui i lavoratori edili protestano contro il taglio del Superbonus 110%.
Gli organizzatori hanno diramato una nota per chiedere scusa ai residenti dei disagi che verranno arrecati oggi ma anche per chiedere comprensione e solidarietà per un problema grave che sta mettendo in crisi il settore edile, non solo genovese.
Nuova giornata di proteste a Genova, che da questa mattina è bloccata per un corteo indetto dalle sigle sindacali dei lavoratori edili. Si protesta contro il taglio del Superbonus 110%.
Due cortei sono partiti intorno alle 8 mentre il terzo un’ora dopo da lungomare Canepa, per non intralciare l’entrata e l’uscita dei mezzi pesanti che dovevano entrare nel porto. Sono i 600 i furgoni che gireranno per le strade della città a clacson spiegati per protestare contro il taglio deciso dal governo.
I lavoratori edili arriveranno con il corteo e i loro mezzi all’altezza dell’Aci alla Foce per poi andare in piazza Corvetto. La manifestazione continuerà anche nel pomeriggio, non si sa l’ora precisa ma sicuramente almeno fino alle ore 15.
Ascoltando le voci di questi lavoratori comprendiamo che si vuole dare un segnale, ovvero quello del malessere delle imprese edili che stanno rischiano il fallimento per il problema dei crediti incagliati. Tanti i mezzi che si sono snodati fra le strade cittadine ma anche tantissimi i partecipanti per una protesta che quasi chiede scusa, anche se protestare è un diritto di ogni lavoratore, purché lo si faccia pacificamente.
In un comunicato congiunto della sigla Confapi con Ascomed, l’associazione dei commercianti di materiale edile, vengono spiegate le ragioni dei cortei e si chiede scusa per i disagi creati ma si cerca anche la vicinanza per un problema gravissimo che sta mettendo in crisi le imprese edili genovesi e in generale di tutta Italia.
Non è il primo sciopero che il settore edile mobilita nella città ligure, un altro per i medesimi motivi infatti c’è stato il 21 marzo e anche in quel caso, il traffico in tilt è stata la conseguenza più rilevante della manifestazione: 500 fra ruspe, camion e furgoni hanno invaso piazze e strade.
In quel caso non c’erano sigle sindacali a supportare i lavoratori ma si trattava di una protesta presa su iniziativa di un gruppo di imprenditori, che lamentavano di essersi fidati di uno Stato che non ha mantenuto la parola ed è fallito per eccesso di crediti, come si leggeva in uno dei tanti cartelloni srotolati durante il corteo.
Centinaia di imprese hanno aderito a entrambe le manifestazioni e quella di oggi ha visto anche l’appoggio di alcuni sindacati.
Come abbiamo detto il motivo è il taglio del Superbonus 110%. Gli organizzatori stimano che solo a Genova ci sono più di 1.900 imprese con 9.000 dipendenti e ad oggi risultano già incagliati 350 milioni di crediti. Questo numero aumenterà per quelli maturandi e di conseguenza anche i debiti.
Da tempo i lavoratori chiedono di essere ascoltati perché le ditte sono piene di soldi virtuali ma non si possono riscattare e quindi si rischia la chiusura. Servono rispose brevi prima di rischiare una catastrofe di dimensioni immani, come denunciato da alcuni portavoce del gruppo di imprenditori.
Sono arrivate delegazioni anche da fuori regione, chiedono lo sblocco dei crediti intagliati a causa del blocco del bonus, verranno ascoltati? Il governo dovrà adottare soluzioni per salvaguardare le nostre imprese edili.
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