Una notizia riportata dal Washington Post e che porterà con sé tante polemiche. Pare, infatti, sia stato reimpostato il divieto di abortire dopo la sesta settimana di gravidanza.
La Corte Suprema, infatti, ha reimpostato questo divieto dopo che un giudice della Contea di Fulton, Robert McBurney, lo aveva soppresso, definendo la legge incostituzionale.
Sono trascorsi poco più di 4 mesi e in Georgia si ritorna nuovamente a parlare di leggi contro l’aborto. Nel mese di luglio, nella zona sudorientale degli Stati Uniti, erano stati presi degli accordi molto importanti circa l’interruzione di gravidanza. In estate, infatti, un giudice della Contea di Fulton, Robert McBurney, era riuscito ad abolire il divieto di aborto dopo la sesta settimana di gravidanza. Un provvedimento breve perché dopo soli 7 giorni la Corte Suprema ha deciso di reimpostare questa proibizione.
Una decisione che ha procurato tante polemiche anche da parte dei gruppi pro aborto che si sono mostrati indignati circa la decisione di voler ripristinare le rigide limitazioni. La legge prende il nome di Living Infants Fairness and Equality Act del 2019, in cui viene vietata l’interruzione di gravidanza nel caso in cui ci sia la presenza di un battito cardiaco.
Non sono servite a nulla le dichiarazioni del giudice Robert McBurney, quando lo scorso 15 novembre ha definito le leggi sull’aborto incostituzionali. Nemmeno la battaglia che nel mese di giugno era riuscito a vincere abolendo il divieto di aborto.
Propria nella giornata di ieri, la Corte Suprema della Georgia ha emanato una nuova sentenza:
“La Georgia può far rispettare una legge che vieta l’aborto dopo sei settimane di gravidanza”.
Queste sono state le dichiarazioni dei giudici i quali hanno spiegato che la legge vieta l’interruzione di gravidanza dal momento in cui vi sia la presenza di battito cardiaco: infatti, a soli sei settimane si può rilevare l’attività cardiaca grazie agli ultrasuoni nelle cellule all’interno di un embrione, per poi diventare un vero e proprio organo muscolare che pulsa, in prossimità della parete anteriore del torace, comunemente chiamato cuore.
Nel frattempo, negli ospedali e nelle strutture sanitarie, il governatore e il procuratore generale dello Stato della Georgia, hanno intensificato ancora di più i controlli di accesso ai reparti di ginecologia:
“sebbene la sospensione sia stata concessa, non smetteremo di combattere fino a quando questo divieto che è intriso di supremazia bianca non sarà eliminato”.
Queste sono state le loro dichiarazioni affinché sia rispettata la legge sull’aborto.
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