In Germania è finito l’incubo del killer che aveva ucciso un bimbo di 9 anni, massacrato con oltre 40 coltellate lo scorso lunedì 6 marzo. Marcel Hesse, 19 anni, era ricercato da giorni e si è consegnato alla Polizia chiedendo al gestore di un fast food di chiamare le forze dell’ordine: “Chiamate la polizia, sono io quello che cercano”. Tutto è accaduto a Herne, località della Nord Westafalia, nella serata di giovedì, quando il gestore del chiosco d’asporto Thessaloniki Grill ha chiamato la polizia che è subito intervenuta, arrestando il 19enne in pochi minuti. Il giovane era il più ricercato del paese dopo il delitto e non solo per la brutalità con cui aveva ucciso il piccolo Jaden, figlio dei vicini di casa: Hesse aveva postato in rete le foto dell’omicidio, in posa con il corpicino devastato del bimbo in una pozza di sangue. Dal giorno del ritrovamento del cadavere si era dato alla fuga e la polizia lo riteneva una persona estremamente pericolosa, in grado di uccidere ancora.
Marcel Hesse, che la sorella ha definito alla Bild, un “completo psicopatico”, aveva disseminato indizi, pubblicando immagini dell’omicidio su Darknet, rete virtuale privata usata dagli utenti del dark web. Il piccolo Jaden, 9 anni, era stato ritrovato in una pozza di sangue nella cantina della casetta a schiera a Herne dove viveva il giovane. “Un’immagine che non dimenticherò mai”, ha detto alla Bild il patrigno che aveva assistito al ritrovamento.
Gli inquirenti avevano seguito le tracce lasciate da Hesse, che si era dato alla fuga, dopo la segnalazione di un altro utente di Darknet. “Ho appena ucciso il figlio dei vicini di casa, non mi sento male. La mia mano sanguina un po’“, aveva scritto accanto alle foto. “È stato davvero facile. Da un omicidio ne possono nascere due”, aveva poi aggiunto in chat con un conoscente.
Immediatamente era scattata la caccia all’uomo, con migliaia di agenti impegnati nella ricerca e l’avviso, per chi lo avesse incontrato, di non affrontarlo di persona e chiamare la polizia. Tutto si è concluso nei pressi del fast food da cui lo stesso Hesse si è in pratica consegnato alla polizia: una volta entrato, vestito in tuta e con un mano fasciata, ha detto al commesso di avvisare le forze dell’ordine che era lì. “Mi sembrava che fosse lui, avevo visto la foto ovunque”, ha raccontato il testimone al quotidiano tedesco.
Una volta fermato, ha poi avvisato di un incendio in un appartamento a soli 150 metri dal locale: la Polizia è subito intervenuta per spegnere il fuoco e ha trovato un altro cadavere di un uomo. Gli investigatori ritengono che sia il proprietario dell’appartamento dato alle fiamme, ucciso da Marcel Hess per potersi nascondere in casa. Secondo un testimone sentito dalla Bild, l’uomo viveva da solo e solo la madre lo andava a trovare ogni tanto.
Le vittime del killer di Herne però potrebbero essere due. Sul web è infatti apparso un altro messaggio, postato il giorno prima da qualcuno che ha dichiarato di essere Marcel Hesse e di aver ucciso una donna: “Ho combattuto con una bestia di 120 chili, ha opposto più resistenza del bambino“. Al momento le indagini sono in corso anche se per ora non risulta alcuna donna scomparsa.
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