Si è concluso questa mattina il processo a carico di Angelo Bernardone, il 76enne di Chieti condannato a 14 anni di carcere per l’omicidio della moglie, Maria Rita Concese, 72 anni, morta il 26 dicembre del 2021, dopo essere stata gettata dal ponte sul fiume Osento.
L’esame autoptico accertò che la morte della vittima sopraggiunse per un arresto cardiaco, seguito all’inalazione di acqua e a un trauma cranico, riportato nell’impatto con il letto del fiume.
Si è concluso questa mattina con una condanna a 14 anni di carcere il processo a carico di Angelo Bernardone, 76enne di Casalbordino (Chieti). La Corte d’Assise di Lanciano ha concesso le attenuanti generiche all’uomo accusato di aver ucciso – il 26 dicembre di 2 anni fa – la moglie, Maria Rita Conese, due anni più giovane. Secondo quanto ricostruito, l’anziano gettò la moglie – affetta da una grave demenza vascolare e da Alzheimer – dal guardrail del ponte che sovrasta il fiume Osento. La vittima precipitò nel bosco, e poi nel letto del fiume, dove venne rinvenuto il corpo.
L’esame autoptico accertò che la morte della vittima sopraggiunse per un arresto cardiaco, seguito all’inalazione di acqua. L’imputato è stato interdetto in modo perpetuo dai pubblici uffici ed è stato disposto un risarcimento per i figli.
“Sono pentito, accetto il verdetto della Corte” sono le parole di Bernardone appena ricevuta la sentenza. Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 24 anni di reclusione, imputandogli le aggravanti che sono state escluse dalla Corte d’Assise. Il legale dell’anziano ne aveva chiesto l’assoluzione per insufficienza di prove.
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