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Categories: Ambiente

Ghepardo a rischio estinzione: rimasti circa 10mila esemplari in natura

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Anche il ghepardo a rischio estinzione? Questo predatore noto anche ai bambini per la straordinaria velocità che è in grado di raggiungere durante le sue battute di caccia, ha visto infatti drammaticamente calare la propria popolazione nell’ultimo secolo, a causa anche della perdita costante e progressiva del proprio habitat naturale. La scienza considera irreversibile l’estinzione degli ultimi 100 individui della popolazione asiatica, e ad un passo quella dei 10mila che ancora sopravvivono nel continente africano: il 4 dicembre si tiene la Giornata internazionale del ghepardo indetta dal Cheetah Conservation Fund, che lavora alacremente in progetti di conservazione della specie in Europa, i quali sono da considerare una preziosa riserva genetica per il felino.

A lanciare l’allarme sulla sorte del felino africano è stata per prima nel 2015 Laurie Marker, la zoologa statunitense soprannominata ‘la donna che sussurra ai ghepardi’, ospite del Parco Natura Viva di Bussolengo per festeggiare i suoi 25 anni di impegno per tutelare questa specie. Laurie, che nei primi anni 90 ha fondato in Namibia il Cheetah Conservation Fund a sostegno della sopravvivenza del ghepardo, nell’occasione puntò il dito contro le nuove rotte dei traffici illeciti che coinvolgono i cuccioli, traffici ‘che dal nord-est dell’Africa attraversano il Mar Rosso e arrivano nel Golfo Persico‘. Queste le sue parole rilasciate per l’occasione: ‘Dei 100mila esemplari presenti in natura all’inizio del secolo scorso, il conflitto crescente con le attività agricole dell’uomo ci lascia oggi appena poche migliaia di esemplari‘, numeri che impietosamente danno il senso della progressiva estinzione del felino più veloce del pianeta, in grado di raggiungere oltre i 110 chilometri orari per cacciare antilopi e gazzelle.

Negli ultimi 100 anni il ghepardo si è estinto in 20 Paesi, ed ha perso oltre il 23 per cento del suo habitat originario a causa delle attività umane. Laurie Marker ha dedicato tutta la sua vita a tutelare amorevolmente i ghepardi, attualmente vive ancora in Namibia con 34 esemplari orfani non più in grado di vivere in libertà, ma che è riuscita a strappare ad una sorte ancora peggiore grazie alle cure che insieme al suo staff lavorativo ha prestato loro. Una sua vittoria è stata quella di riuscire a far crollare dell’80 per cento il numero dei ghepardi uccisi dagli allevatori africani, donando a questi ultimi dei cani pastore dell’Anatolia, in grado di proteggere il bestiame dall’attacco dei felini.

[Credit Photo: CJ Mantilla]

Ma il ghepardo rischia di estinguersi alla fine di questo millennio non soltanto a causa degli allevatori preoccupati, ma appunto per la tratta dei cuccioli, l’ultima nefasta moda criminale che mette a repentagli ola sopravvivenza di questo animale: ‘Si aggiungono ad una situazione già molto difficile i 300 piccoli di ghepardo strappati alle madri ogni anno, immessi nelle rotte del traffico illecito verso Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi. Con una buona propensione al rapporto con l’uomo, i cuccioli di ghepardo vengono allevati alla stregua degli animali domestici nelle case dei ricchi possidenti, per indicarne lo status symbol. Si tratta di animali molto delicati: quelli che riescono ad arrivare fin lì, vivono una vita di stress che ne dimezza le possibilità di sopravvivenza. La corsa per la sopravvivenza del ghepardo stavolta dipende da tutti noi‘, dichiarò ancora Laurie Marker, sollecitando tutti coloro che hanno a cuore la sorte di questo splendido predatore a tenere alta la soglia d’attenzione rispetto a questo triste e pericoloso fenomeno del traffico di cuccioli. Solo negli ultimi due mesi del 2016, il centro di recupero del Cheetah Conservation Fund ha accolto 8 cuccioli di ghepardo, rimasti orfani della madre uccisa a fucilate dagli allevatori della Namibia. Un indicatore di quanto sia aspro il conflitto tra l’uomo e i ghepardi, sempre più all’angolo da una parte a causa della perdita di habitat per l’espansione antropica, e dall’altra per il traffico illegale degli animali domestici. Solo vivendo libero nelle sterminate savane africane il ghepardo può sperare di sopravvivere alla fine del ventunesimo secolo.

Giulio Ragni

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