L’allarme sul ghiaccio artico in diminuzione è stato lanciato da tempo da parte della comunità scientifica, ma gli effetti del riscaldamento globale hanno fatto raggiungere un nuovo record negativo lo scorso mese di maggio allo stato del Polo Nord. Le ripercussioni per tutto il pianeta potrebbero essere enormi, come spiega un recente report di Greenpeace intitolato What happens in the Arctic doesn’t stay in the Arctic, ossia ‘Quel che accade nell’Artico non resta confinato nell’Artico’, esplicando come l’alterazione di questo ecosistema così prezioso possa aggravare l’impatto dei cambiamenti climatici che già stanno scombussolando la vita nel pianeta.
Il rapporto di Greenpeace spiega come negli ultimi 30 anni l’intera area artica ricoperta di ghiacci si sia progressivamente ridotta, estate dopo estate, diminuendo il cosiddetto ‘albedo’, ovvero la capacità della superficie ghiacciata di riflettere la luce solare, mentre viceversa aumenta il calore assorbito dal mare, che a sua volta determina scioglimento dei ghiacci: un circolo vizioso da cui pare impossibile uscire, e che suggerisce un drastico cambiamento climatico di tutto l’emisfero nord della Terra, che già vede negli ultimi anni estati sempre più calde, sia negli Usa che nel Canada. Di questo passo entro la fine del secolo le stagioni estive in quest’area conosceranno temperature del 20 per cento più variabili rispetto ad oggi, in cui le ondate di calore diventeranno la norma piuttosto che l’eccezione.
Questa funzione di ‘tappo’ della calotta polare artica è infatti fondamentale per mantenere stabile il sistema climatico del pianeta, e le conseguenze del progressivo scioglimento dei ghiacci si avvertiranno anche nel resto del pianeta: è stato dimostrato ad esempio che le estati con meno ghiaccio al Polo Nord comportano un aumento delle temperature delle acque di superficie nel Mediterraneo e nel sud-est asiatico. Gli effetti sull’andamento delle stagioni sono oramai evidenti anche al proverbiale uomo della strada oltre che allo scienziato: anno dopo anno avremo sempre più inverni caratterizzati da improvvise ondate di freddo e abbondanti precipitazioni, proprio come sta accadendo negli ultimi anni, mentre ci saranno estati umide e piovose in Europa, e forte siccità in America del nord e Asia orientale. Inoltre va ricordato che a detta della maggioranza degli esperti lo scioglimento dei ghiacci sarà la causa più probabile dell’innalzamento dei mari, e che questi mutamenti climatici porteranno ad un aumento degli incendi boschivi, liberando ulteriormente gas serra nell’atmosfera.