Un’icona del cinema d’autore, che ha dato voce a chi voce non ne aveva: Gian Maria Volontè oggi avrebbe compiuto 90 anni. Ripercorriamo la sua carriera.
Un grande interprete teatrale e cinematografico Gian Maria Volontè, che ha lasciato una grande eredità nel mondo dello spettacolo d’autore, dalla fama internazionale.
Oggi, 9 aprile 2023, ricade l’anniversario della sua nascita, il 90esimo per la precisione. Una carriera volta allo studio, alla tecnica e all’arte, che ripercorriamo in suo ricordo.
Nato il 9 aprile 1933, Gian Maria Volontè è stato uno degli attori più famosi della sua generazione, che ha cambiato il teatro e il cinema italiano.
Fin. da giovane si interessa al teatro e si trasferisce a Roma per frequentare l’Accademia d’Arte Drammatica, dove si diploma nel 1957.
La sua recitazione si caratterizza da subito per essere molto precisa, istrionica e e anche in un certo senso politica.
Proprio a teatro incontra Carla Gravina, che diventerà poi presto la sua prima moglie.
Al cinema esordisce nel 1962, con “Un uomo da bruciare”, l’esordio alla regia dei fratelli Taviani che, affiancati da Valentino Orsini, lo lanciano nel mondo del cinema.
Gian Maria Volontè interpreta Salvatore, un personaggio ispirato al socialista Salvatore Carnevale, che si occupa delle lotte operaie contro la Mafia.
Ma il vero successo arriva con gli Spaghetti Western, il genera diventato iconico in Italia e nel mondo che negli anni sessanta sbancò il mondo del cinema.
La carriera dell’attore è costellata di grandi collaborazioni, con i registi più acclamati dell’epoca che lo portano a diventare una grande icona.
Nel 1964 Gian Maria Volontè, già conosciuto per il suo grande talento, partecipa al cult “Per un pugno di dollari”, diretto da Sergio leone.
Nel film, con lo pseudonimo Johnny Wels, interpreta il bandito messicano Ramon, un ruolo che lo porta ai vertici delle celebrità anche nel settore cinematografico internazionale.
Nel 1966 si cimenta in una commedia, ovvero “L’armata Brancaleone” di Mario Monicelli, dove veste i panni di Teofilatto di Leonzi, un principe bizantino caduto in disgrazia e sfida e poi diventa alleato del protagonista, interpretato dal leggendario Vittorio Gassmann.
Arrivano poi gli anni ’70, che in Italia erano caratterizzati da un grande fermento sociale e politico.
In questi anni, Gian Maria Volontè si cimenta in film impegnati, dal grande valore politico, che lo portano a praticare l’attivismo nell’ambito cinematografico.
Parliamo di film come “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, diretto da Elio Petri, dove interpreta un commissario di polizia fascista e assassino, e ancora “La classe operaia va in paradiso” e “Todo modo”, nel quale interpreta Aldo Moro.
Lo vediamo poi in tanti altri titoli molto importanti come “Sacco e Vanzetti”, “Sbatti il mostro in prima pagina”, “Il caso Mattei” e “Il Sospetto”.
Negli anni ’80, Gian Maria Volontè ha raggiunto una grande fama, grazie ai suoi ruoli acclamati, e riceve il premio come Miglior attore a Cannes per il film “La morte di Mario Ricci” di Claude Goretta.
La sua carriera continua anche negli anni ’90, ricevendo anche il Leone d’Oro a Venezia per consacrare la sua carriera.
Il 6 dicembre 1994 purtroppo muore d’infarto improvviso, sull’isola greca di Forina, a soli 61 anni.
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