Giancarlo Magalli è uno dei personaggi di punta della Rai: affermato dal punto di vista professionale, il conduttore si è detto dispiaciuto per la fine del suo secondo matrimonio. E’ questo, per Magalli, il suo più grande fallimento: non essere riuscito a salvare l’unione con Valeria Donati.
‘La fine del mio secondo matrimonio lo ritengo il fallimento più grande che è durato ventidue anni’ – ha raccontato Giancarlo Magalli a Oggi, ricordando l’unione sancita nel 1989 e terminata con un divorzio nel 2008. ‘Ho fatto l’impossibile per cercare di evitare la rottura’ – ha spiegato il conduttore Rai, ricordando come sia stato felice in quel periodo e come abbia tentato di ‘salvare il salvabile’ per non mettere fine alla relazione con Valeria Donati.
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‘Per mesi non sono uscito di casa, ho dedicato anima e corpo alla mia relazione’ – ha continuato – ‘Ahimè, non sono stato capace di salvare ciò a cui tenevo di più’.
Dopo il matrimonio con la Donati, conclusosi nel 2008, Giancarlo Magalli ha preferito mettere da parte l’amore.
‘Non ho più avuto voglia di innamorarmi e di avere un’altra compagna’ – ha rivelato.
Ad oggi, però, il volto di Rai 2 non si sente solo: ‘Ho tanti amici e tante amiche… Ma quel tipo di complicità e di sentimento non li ho più ritrovati’.
Dai matrimoni precedenti Magalli ha avuto due figlie, nate in momenti molto diversi della sua carriera.
‘Quando è nata Manuela, avevo venticinque anni ed ero in una fase iniziale del mio lavoro. So di non esserci stato come avrei dovuto, ma non le ho mai fatto mai mancare il mio amore’.
Se con la prima figlia ha qualche rammarico, il conduttore sa di essere stato un papà diverso con la secondogenita.
‘Con Michela le cose sono andate diversamente: è nata quando già ero un professionista affermato e certamente ho potuto essere più presente e affettuoso’.
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Certo di essere stato ‘il migliore papà possibile’, Giancarlo Magalli non rinnega anche la nomina di ‘rompiscatole’.
‘Dico sempre quello che penso: in un Paese in cui l’ipocrisia è lo sport più praticato, chi esprime la propria opinione in modo libero e chiaro appare cattivo’.
Così, Magalli ha giustificato il suo appellativo e, in merito ad una eventuale partenza dalla Rai per altri reti televisive, ha confermato di voler valutare eventuali proposte dall’esterno.
‘A maggio 2019 scadrà il mio contratto e, mio malgrado, avrò già raggiunto il tetto dello stipendio consentito […] Se a maggio mi devo fermare e posso tornare a lavorare in Rai solo nel gennaio 2020, in quei mesi di pausa mi ritengo libero di valutare e accettare’.
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