La Guardia di Finanza, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, ha portato a termine un sequestro preventivo di beni per il valore di un milione di euro a Gianfranco Fini. Il sequestro riguarda due polizze vita stipulate dall’ex presidente della Camera, nell’ambito dell’indagine sull’imprenditore delle slot Francesco Corallo, già arrestato lo scorso dicembre. Gianfranco Fini è indagato per concorso in riciclaggio.
“Il provvedimento di sequestro non è diretto in prima persona nei confronti di Gianfranco Fini. Sono state sequestrate le polizze intestate alle figlie sulla base dell’incapienza del patrimonio che doveva essere oggetto di sequestro nei confronti di Giancarlo Tulliani”. Così gli avvocati Francesco Caroleo Grimaldi e Michele Sarno hanno precisato ai cronisti che stanno seguendo il caso. Il provvedimento di sequestro di un milione di euro ai danni di Fini, chiesto ed ottenuto dal pm Barbara Sargenti, sarà “impugnato al Tribunale del Riesame, davanti al quale verrà riaffermata l’assoluta estraneità dell’onorevole Fini ai fatti che gli sono contestati”.
GIANFRANCO FINI ASCOLTATO DAGLI INQUIRENTI
Il 10 aprile scorso Gianfranco Fini è stato sentito dalla procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta e si è detto estraneo ai fatti. Il fascicolo che lo riguarda fa parte dell’inchiesta sulla presunta associazione a delinquere transnazionale che avrebbe riciclato i proventi del mancato pagamento delle imposte sul gioco on-line e sulle video-lottery, movimentando il denaro tra Europa e Antille.
L’INDAGINE PER RICICLAGGIO E LE ACCUSE A FINI
L’indagine, condotta dal Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (Scico) della guardia di finanza, aveva condotto nel dicembre scorso, all’arresto del ‘re delle slot’ Francesco Corallo, e altre quattro persone, tra le quali l’ex parlamentare pdl Amedeo Laboccetta, ritenute parte di un’associazione dedita ai reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Gli inquirenti sono convinti che il profitto illecito proveniente dal gioco d’azzardo, una volta ‘depurato’, sarebbe stato impiegato dall’imprenditore Francesco Corallo in attività economiche e finanziarie, in acquisizioni immobiliari (tra cui l’acquisto dell’appartamento di Montecarlo ceduto da Alleanza Nazionale alle società offshore Printemps e Timara), e destinato quindi anche ai membri della famiglia di Elisabetta Tulliani, moglie di Fini, suo fratello Giancarlo Tulliani, e il padre Sergio.
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Dalle indagini è emerso come “i membri della famiglia Tulliani dal 2008 abbiano ricevuto, per il tramite di società offshore riconducibili a Francesco Corallo, oltre sette milioni di euro, trasferiti su conti personali e su conti di società a loro direttamente o indirettamente riconducibili”. I Tulliani, scrive chi indaga, erano consapevoli della “provenienza delittuosa del denaro e si sono adoperati per reinvestire e reimpiegare le stesse in beni immobili” a Roma e in provincia.
Per questo il gip, già a febbraio 2017, ha emesso un decreto di sequestro su beni immobili, mobili e conti correnti, della famiglia Tulliani, per un valore di oltre 7 milioni di euro.
Ulteriori indagini hanno evidenziato come Gianfranco Fini sia stato “artefice dei rapporti che si sono instaurati tra Francesco Corallo e i membri della famiglia Tulliani”, rapporti in forza dei quali costoro hanno ricevuto dal primo le cospicue somme di denaro menzionate, in assenza di qualsiasi causale logica, ovvero in presenza di causali non collegabili a reali prestazioni effettuate. Proprio sulla base di queste nuove indagini, è stato emesso il decreto di sequestro preventivo eseguito nei suoi confronti.
GIANFRANCO FINI DENUNCIA LABOCCETTA PER CALUNNIA
Al momento Gianfranco Fini ha respinto ogni accusa e ha reso noto di aver denunciato per calunnia l’ex parlamentare Amedeo Laboccetta, finito in arresto nel corso delle indagini e dalle cui dichiarazioni sono nate le accuse dirette a Fini.
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