Da un mese non aveva più rapporti con i suoi amici, prima del terribile gesto che Gianluca Loprete ha compiuto nei confronti del padre, uccidendolo e mutilandolo.
Gli inquirenti lavorano per ricostruire gli ultimi giorni del 19enne prima del terribile gesto che sembra la sceneggiatura di un film horror.
Il ragazzo di Sesto San Giovanni ha compiuto ieri mattina, domenica 12 giugno, l’omicidio del padre Antonio e poi si è autodenunciato alle forze dell’ordine.
Il giovane ha problemi psichiatrici di cui soffre fin da piccolo e i motivi che l’hanno portato a compiere questo terribile gesto non sono ancora noti.
Dopo averlo ucciso, in un momento di lucidità, ha chiamato i Carabinieri riferendo ciò che aveva fatto nell’abitazione di via Saint Denis che condivideva con il genitore.
Gli agenti hanno trovato il ragazzo in stato di evidente shock dopo aver inferto una coltellata al padre.
Ma la scena peggiore che i militari hanno trovato al loro arrivo è il corpo smembrato di Antonio nella camera da letto, dove l’uomo di 57 anni è stato fatto a pezzi da Gianluca Loprete, un ragazzo molto problematico il cui ultimo accesso al Cps di Sesto risalirebbe a circa un anno fa.
Gianluca Loprete viveva solo con il padre, poiché i genitori erano separati e la madre vive in Alto Adige. Dai primi accertamenti risulta che il ragazzo è attualmente in cura al Cps di Sesto San Giovanni a causa di problemi psichici di cui soffre da sempre, nonostante fosse un brillante studente e per di più incensurato.
Il padre Antonio era un bancario di 57 anni che nell’ultimo periodo soffriva di depressione.
Il rapporto fra i due non era esattamente idilliaco e sebbene i vicini non abbiano mai assistito a litigi particolari, in casa i due si ignoravano.
Un quadro abbastanza problematico in cui c’è anche un altro elemento importante, Gianluca Loprete infatti non vedeva i suoi amici da un mese, al contrario di quanto succedeva durante il lockdown, quando era stato anche denunciato dai vicini di casa per le continue feste che organizzava.
Nell’ultimo periodo era molto ombroso e non salutava nessuno, allontanandosi non solo dai suoi amici ma anche dai conoscenti.
Le sue problematiche sono sfociate in questa tragedia, denunciata da lui stesso che, in seguito alla chiamata ai Carabinieri, si è dimostrato molto collaborativo.
Resta da stabilire il movente e ricostruire, per quanto possibile, ciò che è accaduto nella mattina del 12 giugno e cos’abbia spinto Gianluca ad uccidere e mutilare il padre.
Ora si trova in carcere e sta affrontando vari interrogatori.
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