A Che Tempo Che Fa toccanti parole di Gianluca Vialli sulla malattia che l’ha colpito e che per il momento sembra aver superato piuttosto bene, anche se, come lui stesso ha dichiarato, non c’è ancora la certezza di ‘come finirà la partita’. Ospite di Fabio Fazio, suo grande tifoso fin dai tempi in cui Vialli guidava insieme all’altro gemello del gol Roberto Mancini l’attacco della Sampdoria, la squadra del cuore del conduttore ligure, l’ex calciatore ha parlato del tumore e dei nuovi obiettivi che si è prefissato nella vita, sia a breve che a lunga scadenza.
‘Ho affrontato questa malattia con lo stesso spirito che avevo da calciatore e questo mi ha aiutato molto’, ha spiegato Vialli a Che Tempo Che Fa, ‘E poi mi sono subito posto degli obiettivi a lunga scadenza: non morire prima dei miei genitori e portare le mie figlie all’altare quando si sposeranno. Ma ci sono anche degli obiettivi a breve scadenza: l’operazione, la degenza, la chemio, la radio e infine andare di nuovo in vacanza in Sardegna con un fisico da far vedere’.
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‘L’esperienza del tumore mi ha aiutato a diventare una persona migliore’
Durante la trasmissione di Fazio si è parlato anche del rapporto tra Gianluca Vialli e la malattia, con una conclusione decisamente sorprendente: ‘È vero, sembra strano e faccio fatica a dirlo, ma l’esperienza del tumore mi ha aiutato a diventare una persona migliore’, ha detto il vincitore della Champions League 1995-96, ‘Tutti credono che io abbia affrontato la malattia con coraggio, ma la verità è che me la sono fatta addosso molto spesso. Vivere un momento come questo ti aiuta a vedere tutto sotto un’altra prospettiva’.
‘Leggere i tanti messaggi di incoraggiamento è stato bellissimo e commovente’
Attaccante di grandissimo talento, bandiera della Sampdoria e protagonista nel ’91 del primo storico scudetto della società blucerchiata, prima di passare alla Juventus e poi al Chelsea a mietere altri successi, Gianluca Vialli a 54 anni è ancora un mito per tanti appassionati di calcio: ‘Sono passati tanti anni da quando giocavo, ma si ricordano sempre di me. Leggere i tanti messaggi di incoraggiamento è stato bellissimo e commovente. Il mio amico fraterno Roberto Mancini sulla panchina della nazionale? Lo vedo molto bene, sta rigenerando tutto l’ambiente e ho visto buoni passi avanti nelle ultime partite dell’Italia. Gli manca solo un attaccante’.