Gianni Morandi: ‘A Milano una volta mi tirarono i pomodori sul palco’

Anche a un mito della musica italiana come Gianni Morandi è capitato di prendere pomodori in faccia. È accaduto a Milano tanti anni fa, quando il cantante di Monghidoro era già molto famoso, nel corso di una tappa del Cantagiro che ha fatto epoca, tanto che qualcuno ci ha persino scritto un libro. Perché quella sera, insieme a Morandi, sul palco allestito nel velodromo Vigorelli ci sono saliti anche i leggendari Led Zeppelin. Ed è successo il finimondo.

Cantagiro 1971, decima edizione della rassegna musicale itinerante. Il 5 luglio è prevista la tappa milanese al Vigorelli, la stessa location che qualche anno prima ha ospitato nientemeno che i Beatles. Gli organizzatori dell’evento piazzano in cartellone una buona pattuglia di artisti italiani (oltre a Gianni Morandi ci sono Lucio Dalla, Milva, Bobby Solo, i Ricchi e Poveri, i New Trolls e altri) e poi il coup de théâtre di un ospite internazionale. Che a Milano sono i Led Zeppelin…

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Musica leggera popolare e hard rock, come mettere oggi Alessandra Amoroso e i Metallica sullo stesso palco: una follia. E a dire il vero gli artisti italiani che devono esibirsi quel giorno provano a farlo notare, ma gli organizzatori non li ascoltano: ‘Andrà tutto benissimo’, dicono.

Gianni Morandi: ‘All’annuncio del mio nome ho sentito un boato, ma…’

In scaletta Gianni Morandi viene appena prima della rock band inglese. ‘Pochi attimi prima di salire sul palco sento un boato che non ho mai più sentito’, ha raccontato il cantante a La Lettura, l’inserto letterario del Corriere della Sera, ricordando quell’incredibile serata di 47 anni fa, ‘Quando annunciano il mio nome c’è un boato gigantesco e l’organizzatore Ezio Radaelli mi dice: ‘Hai visto? E tu che avevi paura!’

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In realtà, come Morandi aveva intuito e come Radaelli ha invece frainteso, non si tratta di un boato di trionfo. Tra il pubblico, oltre a molte famigliole accorse per ascoltare i cantanti nostrani, ci sono tanti, tantissimi giovani dei movimenti studenteschi (siamo nel ’71: sono anni di contestazione, di lotta e di… piombo) che sono lì solo per Robert Plant, Jimmy Page e soci. E che quando vedono spuntare sul palco lo spaurito Gianni Morandi, scatenano l’inferno.

‘Dopo quella sera ho cominciato a sbagliare le canzoni’

‘Quel boato era in effetti un boato al rovescio, inca**ato’, ricorda la voce di Bella Signora, ‘Voleva dire: Gianni Morandi non lo vogliamo! Entro terrorizzato e cominciano ad arrivarmi addosso pomodori e lattine, vedo ragazzi in piedi che mi fanno gestacci, io cerco di sorridere e comincio con ‘C’era un ragazzo’, magari una canzone pacifista riesce a calmarli. Ma non gliene frega niente lo stesso, ce l’hanno con me. Ogni tanto ci ripenso a quella sera, alla percezione che qualcosa stesse finendo, non era ancora finita però è stato il momento decisivo. Anche le canzoni, da quel momento in poi, cominciai a sbagliarle’.

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In effetti gli anni ’70 hanno rappresentato un periodo grigio nell’esaltante carriera di Gianni Morandi (ripresasi poi brillantemente nel decennio successivo), come se a causa di quell’episodio del Vigorelli si fosse persuaso di essere ormai ‘fuori dal tempo’, distante anni luce dai gusti musicali dei giovani. Ad appena 28 anni…

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Per la cronaca quel giorno a Milano i Led Zeppelin suonarono davvero dopo Gianni Morandi ma il loro set, inizialmente previsto di 45 minuti, durò appena 25 a causa delle intemperanze del pubblico. La band se la legò al dito e non mise mai più piede in Italia, imitata da molti altri gruppi rock dell’epoca. Tutto questo e molto altro lo trovare nel bel libro ‘Led Zeppelin ’71 – La notte del Vigorelli’ scritto da Giovanni Rossi.

 

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