Durante la pandemia, l’uso quasi universale delle mascherine in Giappone ha aiutato il paese a respingere con successo il peggio. Tuttavia, i giapponesi sono diventati così attaccati alle coperture per il viso che il governo sta affrontando il problema opposto alla maggior parte dei paesi del mondo: convincerli a toglierselele.
I medici avvertono che il continuo uso ostinato della mascherina potrebbe contribuire a un aumento mortale dei casi di colpo di calore durante la lunga e calda estate giapponese. Per molte persone, tuttavia, le maschere non sono solo una protezione contro i virus, sono diventate “pantaloni per il viso”, un capo di abbigliamento indispensabile come la biancheria intima.
Oltre ai loro benefici per la salute (abbassa il contagio da Covid), per molte persone rappresentano una barriera psicologica tra chi li indossa e il duro mondo esterno, l’equivalente di indossare un grande paio di occhiali da sole al chiuso. Alcune donne li indossano per evitare l’obbligo di truccarsi, altre per attutire le interazioni scomode con familiari o colleghi spiacevoli.
“Ci sono persone che indossano sempre le maschere”, ha detto Yuzo Kikumoto, uno psicologo di Tokyo. “Sono le persone che hanno difficoltà a comunicare con gli altri. Vengono chiamate “maschere da spettacolo” o “maschere psicologiche”. Da quando è iniziata questa pandemia ci sono molte persone del genere”.
L’uso delle maschere è stato stabilito in Giappone molto prima della pandemia, come precauzione stagionale contro raffreddore, influenza e allergie ai pollini: è normale che i lavoratori giapponesi indossino una maschera per proteggere gli altri anche da un lieve caso di raffreddore.
Durante la pandemia, l’uso della maschera, anche all’esterno, è stato vicino al 100%. Ciò ha contribuito al notevole successo del Paese, nel ridurre al minimo gli effetti del coronavirus, senza alcun blocco obbligatorio e in una popolazione con un numero elevato di anziani.
Il Giappone ha avuto meno decessi pro capite rispetto a qualsiasi altro paese del G7: 247 per milione di persone, meno di un decimo della cifra comparabile in Gran Bretagna, che è stata di 2.640. Il governo ha iniziato solo di recente ad allentare le restrizioni Covid, consentendo ai primi turisti di partecipare a tour di gruppo rigorosamente guidati.
E, con le temperature a Tokyo previste per raggiungere i 33°C questo fine settimana, governanti incoraggiano le persone a togliersi le maschere in determinati contesti, per compensare l’inevitabile aumento del colpo di calore, in particolare tra gli anziani.
“A meno che non abbiano conversazioni ravvicinate, esortiamo le persone a togliersi le mascherine se si recano al lavoro o a scuola a piedi o in bicicletta, o quando camminano, corrono o fanno ginnastica e altri esercizi“, ha detto Shigeyuki Goto, ministro della salute, dopo una riunione di gabinetto questa settimana. Nell’estate del 2018 si sono verificati 95.000 casi di colpo di calore e 159 decessi.
Secondo gli studi, indossare la maschera fa anche altri danni, specialmente ai bambini piccoli. Come hanno concluso gli psicologi in Canada e Israele in un recente articolo: “I cambiamenti nelle prestazioni del riconoscimento facciale e l’alterazione nell’elaborazione di volti parzialmente occlusi, potrebbero avere effetti significativi sulle interazioni sociali dei bambini con i loro coetanei e sulla loro capacità di formare relazioni”.
Il pubblico giapponese, pronto a indossare le maschere quando il governo le ha richieste, è riluttante a seguire il suo esempio nel toglierle. Un sondaggio del Nippon Research Center il mese scorso, ha rivelato che l’87% delle persone indossava ancora le mascherine.
Parte di questo atteggiamento è dovuta ad una continua paura del coronavirus e dei suoi effetti. Un altro sondaggio ha mostrato che quasi la metà degli studenti giapponesi temeva di morire di Covid-19; per le loro controparti cinese e americana, le cifre erano rispettivamente del 27% e del 22%.
Un terzo sondaggio ha detto che il 55% delle persone avrebbe continuato a indossare maschere fuori casa, anche dopo la scomparsa della pandemia. La percentuale più alta era tra le giovani donne, la metà delle quali ha indicato la comodità di non doversi truccare. Poi ci sono quelli per i quali le maschere sono un sostegno psicologico.
Kikumoto lo paragona al problema più estremo dell’hikikomori, o ritiro sociale, persone la cui mancanza di fiducia e connessione con il mondo le rende incapaci di uscire di casa.
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