È fallito nuovamente il lancio del nuovo razzo di generazione H3 che si è autodistrutto dopo circa 5 minuti dal decollo, si è verificato un problema nel secondo stadio ed è stato avviato il comando di autodistruzione.
Il lancio era molto atteso dopo che il fallimento dello scorso mese quando il lancio del razzo non era stato possibile sempre a causa di problemi tecnici. Questo nuovo modello di razzo permetterebbe di risparmiare circa 50 milioni di dollari ad ogni lancio.
A Tanegashima Space Center, in Giappone, era previsto per la giornata di oggi, 07 marzo 2023, il secondo tentativo per il lancio del nuovo razzo giapponese di nuova generazione H3.
Il razzo ha preso il volo alle ore 02:37 in Italia ma dopo cinque minuti e 27 secondi, gli operatori della missione si sono resi conto che c’erano dei problemi che impedivano l’accensione dei motori.
Si è così deciso di inviare il segnale di autodistruzione al razzo per impedire eventuali rientri pericolosi. La motivazione del fallimento è da attribuirsi alla mancata accensione del motore che si è verificata durante il secondo stadio che avviene dopo la separazione.
È stata proprio l’agenzia spaziale giapponese che rendendosi conto della problematica ha deciso di inviare da Terra il segnale di autodistruzione, il razzo si è perciò distrutto in volo.
Questa nuova missione spaziale era molto attesa da tutta la comunità scientifica perché già lo scorso mese si erano verificati dei problemi con il primo tentativo di lancio del razzo.
In quell’occasione il fallimento è stato dovuto all’impossibilità del razzo di avviarsi correttamente e di decollare da terra a causa di diversi problemi tecnici.
Questo nuovo razzo di nuova generazione H3 è un vettore che ha l’obiettivo di abbattere i costi del 50% per ogni singolo lancio rispetto ai costi che sono sostenuti per il suo predecessore chiamato H24.
L’obiettivo è infatti quello di scendere al di sotto dei 50 milioni di dollari per ogni singolo lancio.
Il razzo che è stato distrutto nella giornata di oggi aveva a bordo il satellite Advanced Land Observing Satellite – 3, che è anche conosciuto con l’acronimo ALOS-3 o molto noto come DAICHI-3.
Il satellite sarebbe dovuto arrivare ad un’orbita eliosincrona che è situata a circa 416 miglia da Terra, ossia 619 chilometri dal nostro Pianeta.
La progettazione e la tecnologia di cui è dotato gli permette di poter fornire immagini ad un’alta risoluzione della nazione giapponese ma anche di altre zone limitrofe. Le immagini sono realizzate su strisce larghe 43 miglia, ossia 70 chilometri.
Inoltre le immagini hanno una risoluzione nitida fino a 2,6 piedi cioè 0,8 metri. Al momento non è stato ancora rilasciato alcun comunicato ufficiale dalla base spaziale giapponese sul fallimento del lancio.
Dovremo perciò attendere che nelle prossime ore ci rendano noti ulteriori dettagli per scoprire anche se sarà previsto un nuovo lancio a breve termine e quali saranno le strade che intende percorrere l’agenzia spaziale nipponica.
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