Dino Giarrusso, ex Iena ed ex eurodeputato del MoVimento 5 stelle, a sorpresa oggi è passato tra le fila del Partito democratico. Ad annunciarlo è stato lui, nella convention milanese di Stefano Bonaccini, il candidato alla segretaria dem che, adesso, sosterrà contro Elly Schlein, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli.
Non essendo mai stato magnanimo nei confronti del Pd, la new entry ha ricevuto più di qualche critica dai suoi nuovi colleghi di schieramento, ma anche dal terzo polo, e soprattutto da Matteo Renzi, non sono mancate le polemiche, anche se a essere colpito è stato più il partito di Enrico Letta che Giarrusso.
Con coup de théâtre degno dei migliori film premiati con l’Oscar, Dino Giarrusso, un tempo Iena di Italia 1, un tempo ancora eurodeputato del MoVimento 5 stelle, ha deciso di aderire al progetto del Partito democratico, meglio a quello di Stefano Bonaccini, il governatore dell’Emilia Romagna che, al momento, è il leader più accreditato per raccogliere il testimone di Enrico Letta nello schieramento dem.
Nella due giorni di convention milanese in cui il candidato alla segreteria del Pd ha esposto il suo programma, l’europarlamentare, rimasto senza casa nel momento in cui ha deciso di abbandonare il partito di Giuseppe Conte, è intervenuto tra qualche applauso e molti malumori annunciando la sua scelta.
“Annuncio il mio ingresso nel Pd“, ha esordito nel momento in cui è stato chiamato sul palco nello stupore (quasi) generale. “Entro in punta di piedi in questa grande casa, con l’umiltà di chi l’ha costruita e l’ha fatta grande – ha detto ancora -, per farla diventare ancora più grande“, un eccesso di modestia forse, ma a cui già ci aveva abituato Giarrusso, che poi ha anche rincarato la dose.
Nel corso della sua carriera politica, infatti, l’ex pentastellato, uno strenuo difensore dei No Tav, non ha mai rinunciato a puntellare il partito che ora ha deciso di abbracciare, ma a lui non importa, anzi, perché al progetto del presidente emiliano ci crede eccome, e crede anche all’Italia “serva un centrosinistra forte“, ed è per questo che ora è lì a lottare insieme a loro e non più contro.
Le lodi per Bonaccini, prima di un ulteriore attacco alla classe dirigente dei dem, si sono sprecate: “Lo ringrazio. È un ottimo amministratore, una persone cresciuta a pane e politica, che proviene dal Pci, nella regione storicamente meglio amministrata d’Italia. Ho visto Stefano ieri fuori da una fabbrica – ha ricordato anche tra i fischi-, ci sono voluti dieci anni per vedere un leader del Pd a Mirafiori“.
Il suo intervento, continuato anche dopo il gong, quello che avrebbe dovuto richiamare la sua attenzione sul fatto che il tempo a disposizione fosse finito, ha fatto sorgere anche qualche domanda agli uditori. “Non ho capito perché negli ultimi 20 anni il principale partito di centrosinistra voleva far dimenticare di essere di sinistra“, ha proseguito imperterrito affermando ancora che sì, “ci vuole più sinistra“, e quindi, appunto, “perché non è andato con Schlein?“.
Ecco, quale che sia la motivazione, Giarrusso ha dato anche altri consigli come quello di rivendicare Enrico Berlinguer, storico segretario del Pci, soprattutto ora che il nostro presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha in casa i busti di Benito Mussolini, che un po’ hanno fatto traboccare un vaso un po’ colmo tanto che, in conclusione, ha detto che si metterà al servizio di questo progetto.
Che potrebbe anche tornare indietro come un boomerang allo sfidante di Elly Schlein, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli per le primarie del 26 febbraio, che si terranno anche online. Per Peppe Provenzano, vicesegretario in carica, per esempio, Bonaccini è mal consigliato: “E meno male che si doveva andare in cerca di elettori perduti“, ha ironizzato ricordando che alle politiche l’ex Iena si era candidato proprio contro il Partito democratico sostenendo, in un primo momento, Cateno De Luca.
Chiara Gribaudo, deputata e sostenitrice della pasionaria del Nazareno, ha chiesto “almeno le scuse alla nostra gente“, un appello a cui si è unito anche Piero Fassino, ex sindaco di Torino che in quella platea frastornata c’era. Innanzitutto, Giarrusso dovrebbe chiederle alla ministra dell’epoca della Difesa, Roberta Pinotti, “perché qualche anno fa disse che aveva le mani lorde di sangue“. Be’, se dovessero arrivare non ci saranno problemi nell’accoglierlo nella grande casa, di cui lui stesso ha parlato, dei dem, perché, ha precisato sempre Fassino, “il nostro partito è aperto sempre ai contributi di tutti, anche di quelli che cambiano opinione e riconoscono le nostre buone ragioni“.
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