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Cos’è il Giglio Magico di Matteo Renzi, e che fine farà dopo il flop al referendum costituzionale e le dimissioni del premier? C’è chi definisce così la sua “corte dei miracoli”, quel gruppo di fedelissimi che il premier ha messo ai posti di comando, tra politica, forze armate e finanza. Una stretta cerchia di amici fidati, anzi fidatissimi, che ha portato nei luoghi di potere. I più fedeli al renzismo, corrente politico-filosofica fondata dall’ex sindaco di Firenze, diventato segretario del PD e poi presidente del Consiglio, che ha portato un po’ di Palazzo Vecchio a Palazzo Chigi (e non solo). I fiorentini che contano trapiantati nella città eterna. Così almeno raccontano i più maligni. Tanto che Renzi ultimamente ha sbroccato.
Una spiegazione di quello che è il Giglio Magico renziano l’ha data il giornalista David Allegranti, sul Foglio: “È arrivato dunque il Giglio Magico, degno successore della Corte di Arcore, del tortellino magico, del cerchio magico bossiano e di tutti i migliori clan della storia repubblicana, quello con i soliti Luca Lotti, Maria Elena Boschi e Francesco Bonifazi, che reggono i petali del fiore e custodiscono il pensiero autentico del renzismo, e con tutti gli altri a fare da contorno. Una generazione di consiglieri comunali, assessori, politici di provincia che si sono trovati dentro il Palazzo dopo aver assaltato e sconfitto la vecchia dirigenza”.
Dagospia, a fine marzo 2016, con il solito stile sarcastico e pungente, ha annunciato: “La marea viola – l’accento fiorentino è garanzia ormai di sistemazione: ben 43 le poltrone distribuite da Renzi ai toscani: dal governo ai colossi pubblici – ecco tutti i nomi dei compaesani del cazzaro sistemati in posti chiave. Da Eni all’Enel, da Ferrovie a Finmeccanica, la marea viola dei fiorentini miracolati da Renzi è impressionante. Boschi, Lotto, Carrai e Bonifazi sono i più noti, ma insieme a loro c’è un vero e proprio esercito di nominati…”.
Chi fa parte del Giglio Magico?
Chi fa parte della corte di Matteo? La lista è lunga. I principali sono i nomi appena fatti. Maria Elena Boschi, ministra delle Riforme, è una dei fedelissimi del premier. Sua la firma sulle riforme costituzionali che hanno portato alla crisi di governo, dopo il sonoro No ricevuto dagli italiani. Era finita anche nel caso della Banca Etruria (suo padre Pier Luigi Boschi è stato per otto mesi vicepresidente di una delle banche salvate dal decreto salva-banche) e nel caso Tempa Rossa in Basilicata. E adesso che fine farà? Intanto andrà a sedersi a Montecitorio. Il suo futuro politico è incerto: continuerà a fare la deputata o tornerà a fare l’avvocato?
Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria, è considerato il braccio destro di Renzi e l’uomo più influente del Giglio Magico. Lotti ha accompagnato il suo amico per tutta l’ascesa politica: è stato coordinatore del suo staff quando era presidente della Provincia e sindaco di Firenze; ha gestito l’organizzazione delle primarie perse del 2012 e, dopo quelle vinte, ha coordinato la corrente renziana. La sua posizione sembra ben più salda di quella della Boschi: sarà l’unico renziano a restare nel governo di transizione per la nuova legge elettorale.
Marco Carrai è un altro fedelissimo. Il “Richelieu di Palazzo Chigi” è stato testimone di nozze del premier ed è suo amico intimo. Tanto che Renzi ha provato ad affidargli un incarico a Palazzo Chigi, rimasto congelato, mettendolo a capo di una nuova struttura sulla sicurezza cibernetica. Carrai, definito anche il “Gianni Letta di Renzi”, è un potente imprenditore nel settore della cybersicurezza, nonché amministratore delegato di AdF (Aeroporto di Firenze SPA).
A Francesco Bonifazi, avvocato fiorentino, è stato affidato il delicato compito di gestire le finanze del PD. È lui il tesoriere del Partito Democratico. Negli anni fiorentini anche denominato anche “BoniTaxi”, in quanto autista di Renzi prima che arrivasse l’auto blu. Per ora resterà deputato.
Che fine faranno gli altri del Giglio Magico?
Il Corriere Fiorentino racconta che ormai Antonella Manzione, promossa da comandante della polizia municipale di Firenze a consigliere di Stato, potrà contare su una carica a vita. A rischio invece il futuro di tutti gli altri: di Franco Bellacci (segretario e “motore operativo del renzismo” sui social e non solo); di Tiberio Barchielli (fotografo personale di Renzi con 85 mila euro di stipendio annuo); Pilade Cantini (a capo dell’ufficio di corrispondenza, colui che smistava e rispondeva a migliaia di mail); Erasmo D’Angelis (ex direttore dell’Unità e poi responsabile di Italia sicura a Palazzo Chigi); Filippo Bonaccorsi (ex presidente e privatizzatore dell’azienda fiorentina dei trasporti Ataf, entrato nel team di Renzi per occuparsi della sicurezza delle scuole).
Renzi: “Basta racconti sul Giglio Magico”
Nella direzione PD di luglio 2016 Renzi aveva alzato la voce: “Io non tremo, ci metto la faccia. Non ho paura. Basta racconti sul Giglio Magico, noi restituiamo speranza a Italia, tutto il resto non conta”. Eppure il Giglio Magico aveva influito negativamente nelle ultime elezioni comunali. Ad esempio, la Boschi si era spesa tanto per la sua Arezzo (nel 2015) dove alla fine aveva vinto il candidato di centrodestra. A Sesto Fiorentino non era servito il lavoro di Carrai: a vincere era stato il candidato di Sinistra Italiana. Insomma, attaccano i maligni, se nemmeno i cortigiani riescono a influire più di tanto, significa che il renzismo è in crisi. La conferma è arrivata dal referendum del 4 dicembre quando, con il volto della Boschi, anche il Giglio Magico è uscito sconfitto.
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