Candidato alla guida del ministero per la Transizione ecologica, Gilberto Pichetto Fratin, da sempre nelle file di Forza Italia, non è proprio la persona che chiameremmo un ambientalista convinto.
Gilberto Pichetto Fratin è Gilberto Pichetto Fratin nel senso che di lui si sa poco, oltre al fatto che è un fedelissimo di Silvio Berlusconi. La sua attività poco collide soprattutto con il mondo degli ambientalisti e su quegli scenari attuali che insistono e convergono sempre o quasi su parole chiave come green, neutralità carbone, transizione ecologica, energie rinnovabili, e nucleare, sì anche quest’ultima in un certo senso. Nel curriculum vitae di Pichetto Fratin non c’è nulla di tutto ciò.
Gilberto Pichetto Fratin si fregia però di una carriera politica performante, che culmina all’oggi con un incarico da vice ministro al Mise con le deleghe alle politiche industriali e alle piccole e medie imprese, dove senza ombra di dubbio, va precisato, si è occupato molto di dossier e implementazione del Pnnr, il Piano che tocca numerosi obiettivi ecologici ai quali l’Unione europea aspira. Però l’industria nonostante i numerosi sforzi per adeguarsi ai criteri Esg (Environmental, Social and Governance), dicevamo l’industria, non è proprio quella che definiremmo un’attività green.
Piemontese, classe 1954, Gilberto Pichetto Fratin è commercialista, ha una laurea in economia e commercio conseguita nel 1978 all’Università di Torino e ha insegnato come professore in un istituto tecnico. La sua folgorante carriera politica pesa però di più su quella professionale: Vicesindaco di Biella per nove anni, nel 1995 viene eletto nel Consiglio regionale del Piemonte in quota Forza Italia. Due anni più tardi diventa assessore regionale a Industria, Artigianato e Commercio, fino ad assumere l’incarico di vicepresidente del Consiglio regionale. È un crescendo continuo e nel 2008 Gilberto Pichetto Fratin viene eletto al Senato nelle file del Popolo delle libertà.
Secondo il totoministri di queste ore Pichetto Fratin sarebbe candidato alla guida del ministero per la Transizione ecologica (Mite) e andrebbe a sostituire così l’uscente ministro Roberto Cingolani. Pichetto Fratin, in quota Forza italia, sarà comunque tenuto a dettare una linea consona agli obiettivi desiderati da Fratelli d’Italia. Fdi che in questo caso non smentisce la parola data: “Ministri politici e non tecnici”.
In un’intervista di la Repubblica a Nicola Procaccini, responsabile Ambiente per il partito capitanato da Giorgia Meloni, si intuisce quale potrebbe essere la linea green del governo che si appresta ad insediarsi.
Numero uno: i target europei sulle emissioni di monossido di carbonio sono da rivedere, stando a Procaccini, non si possono azzerare in tempi troppo rapidi e soprattutto meglio che lo facciano prima i grandi paesi ‘inquinatori’ piuttosto che l’Italia di per sé.
Venendo al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il responsabile all’Ambiente di Fdi, il Pnnr va “rivisto” in un’ottica protezionista per i “settori produttivi più esposti nei confronti di una transizione energetica miope e frettolosa”.
Quello che va temuto è poi un ridimensionamento di tale ministero, che potrebbe avvenire sull’ondata della crisi delle materie prime imposta dalla guerra. Per dirne una, la riapertura di centrali a carbone e il cambio di marcia sugli obiettivi green potrebbero rappresentare dei fattori utili a mettere da parte l’ecologia per un po’ e, visto l’indirizzo dato da Procaccini, non ci sarebbe da stupirsi.
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