Massimo Giletti ha deciso di fare alcune precisazioni riguardo al perché non potrà presenziare allo speciale del collega e amico Mentana, nel corso della trasmissione su RTL 102.5 che conduce con Luigi Santarelli e, in chiusura, ha riferito che in Italia è difficile fare un certo tipo di televisione. Ha annunciato poi che non sarà presente come ospite da Mentana, allo speciale in programma per domenica 23 aprile.
Dopo aver presenziato all’udienza prevista per la giornata odierna, 21 aprile, negli uffici della procura di Firenze, dove è stato ascoltato per l’indagine riguardante un caso riguardante la trattativa Stato-Mafia. Il conduttore oltre ad aver parlato in radio ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti che lo attendevano fuori dalla procura.
Il noto conduttore e giornalista Giletti è tornato sulla questione che riguarda l’indagine che lo coinvolge direttamente, nonostante non sia indagato, e lo ha fatto durante la trasmissione su Rtl 102.5.
Successivamente è apparso anche un video girato all’esterno della procura di Firenze, dove dopo essere uscito dagli uffici, della Procura ha dichiarato: “Non sarò da Mentana, non è il modo giusto per affrontare la cosa“.
Il tanto atteso approfondimento ospite nello studio di Mentana non avverrà almeno per il momento.
Giletti ha sottolineato nel video, registrato dopo la conclusione dell’udienza, che ci sono vicende che: “vanno affrontate nei luoghi deputati per farlo, cioè gli uffici di un’azienda, altrimenti si rischia di finire all’interno di un’aula di tribunale“.
Il giornalista ha sottolineato la mancata partecipazione al programma di Mentana su LA7 che: “lo devo soprattutto ai magistrati che stanno lavorando su questa indagine e lo devo anche per rispettare me stesso”.
Giletti ha rassicurato i suoi fan, sul fatto che continuerà a fare il suo lavoro di giornalista come si consueto e a svolgerlo, come sempre, con attenzione e nel rispetto delle regole e della legge.
Ha inoltre esternato solidarietà nei confronti di chi come lui si trova coinvolti nell’indagine e ha sottolineato che: “se i miei colleghi sono incorsi in un errore, lo dovranno certamente risolvere ma senza che ci sia una caccia alle streghe che coinvolga tutta la categoria del giornalismo e della informazione”.
Giletti ha precisato durante le dichiarazioni rilasciate a caldo, dopo aver parlato con gli inquirenti, che ha fiducia nell’operato della magistratura sottolineando che: “credere e rispettare la giustizia è un dovere di ogni cittadino”.
Ha poi riferito che: “Ci sono intercettazioni terribili, dove qualcuno di importante dice che ‘va chiuso Giletti’. L’ho letto su ‘Repubblica’: Marcello Dell’Utri. Sono intercettazioni che fanno capire quanto quel lavoro era importante. Ma noi non molliamo e continueremo a farlo. Lo devo alle persone che ci hanno seguito ma per rispetto dell’azienda per cui ho lavorato non posso dire altro, se non ringraziarla per ciò che mi ha fatto fare in questi ultimi anni”.
Giletti ha riferito più volte che in un momento difficile come quello che stiamo vivendo, il giornalismo diventa ancora più importante perché le persone hanno bisogno di informazioni corrette e verificate. Ha sottolineato l’importanza di mantenere l’indipendenza e la credibilità della professione giornalistica. Dopo l’udienza ha ringraziato i suoi sostenitori e l’azienda per cui ha lavorato. Ha lasciato intendere che non è facile fare il lavoro che fa e che ci sono ostacoli e critiche da affrontare, ma ha detto che continuerà a fare il suo lavoro con integrità e passione. Ha concluso dicendo “Non molliamo” e questo dimostra la sua determinazione ad andare avanti con il suo lavoro nonostante le difficoltà.
Giletti ha sottolineato come molte volte i programmi televisivi siano tarati sulle esigenze dei vari sponsor, piuttosto che sulla qualità dei contenuti, e che ciò impedisce spesso la realizzazione di programmi di alto livello culturale o sociale. Inoltre, ha fatto riferimento alla difficoltà di ottenere il sostegno finanziario necessario per realizzare programmi che non siano incentrati solo sulle dinamiche del gossip e dell’intrattenimento. Ha anche sottolineato il fatto che in Italia l’audience sembra preferire i programmi leggeri e superficiali ai programmi più impegnati, il che può scoraggiare i produttori e gli autori dal cercare di realizzare contenuti più complessi e di alto livello.
In ogni caso, secondo Giletti, la televisione italiana ha comunque ancora molte cose interessanti da offrire, e le difficoltà che gli autori incontrano possono servire come stimolo per cercare di andare oltre gli ostacoli e creare programmi di qualità.
L’indagine che ruota attorno al conduttore Giletti è inerente al lavoro dei magistrati che indagano sulle stragi del 1993. La vicenda è focalizzata su una presunta foto che risale agli anni novanta nella quale sarebbero ritratti Silvio Berlusconi, il generale dei carabinieri Giuseppe Delfino e Giuseppe Graviano.
Stando a quanto emerso dalle indiscrezioni giornalistiche, la foto sarebbe stata scattata nella residenza privata di Berlusconi e proverebbe quindi un possibile collegamento del leader di Forza Italia nell’ambito mafioso e, in particolar modo, con Giuseppe Graviano, boss della mafia siciliana, che fu arrestato e condannato per l’attentato di via Georgofili.
Le notizie emerse, ma non confermate, riferiscono che lo scatto sia stato consegnato al giornalista ma in realtà emergono informazioni discordanti in merito.
Giletti non è indagato ma è stato ascoltato come persona informata dei fatti. Le indagini sulle stragi del ’93 sono ancora in corso e i magistrati stanno valutando varie ipotesi.
A fornire informazioni sulla foto sarebbe stato proprio Massimo Giletti, che però avrebbe visionato la foto soltanto da lontano e mostrata da Baiardo che è il favoreggiatore della famiglia Graviano.
È stata disposta una perquisizione nei confronti di Baiardo, su ordine della direzione antimafia di Firenze. La foto non è mai stata ritrovata e Baiardo ha negato la sua esistenza.
Successivamente i magistrati della procura di Firenze hanno chiesto a Giletti dello scatto e lui ha spiegato di non averla mai avuta in mano ma ha confermato di averla vista.
Le indagini sono in corso e gli inquirenti stanno cercando di capire se effettivamente questa foto esiste e sul suo reale contenuto. Questo perché potrebbe segnare un punto di svolta ai fini dell’importante inchiesta in corso.
Inoltre, stanno cercando di capire se ci sia stato un tentativo di depistaggio da parte di Baiardo, che ha negato l’esistenza della foto nonostante il fatto che Massimo Giletti abbia ribadito di averla vista. Non è ancora chiaro se questi sviluppi avranno conseguenze per il programma televisivo Non è l’Arena, che potrebbe essere coinvolto nell’indagine.
Giletti è già stato sentito in merito alla questione dello scatto a dicembre e a febbraio e ha spiegato la questione, ovvero di aver visto la foto dove ha riconosciuto il leader di Forza Italia da lontano ma ha anche sottolineato di non aver potuto verificare la sua autenticità.
La perquisizione effettuata a Baiardo era finalizzata anche alla ricerca di un documento che è stato menzionato da Giletti nel quale sarebbero state inserite trattative stato-mafia. Il documento è stato descritto al conduttore da Baiardo ma lui non lo ha mai visionato. Durante la perquisizione non è stato trovato nulla.
La situazione è ancora molto incerta e non ci sono ancora prove concrete sulla reale presenza di Berlusconi nella trattativa Stato-mafia. C’è stata molta speculazione e molte voci contrastanti sul suo coinvolgimento, ma al momento non ci sono prove definitive.
Proprio per questo e per il rispetto del lavoro degli inquirenti anche il giornalista non rivelerà, come di prassi ma soprattutto per celta personale, altre informazioni.
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