Ieri, oltre ad aver superato il milione di casi dall’inizio della pandemia da Coronavirus, abbiamo superato anche la soglia dell’1% della popolazione attualmente positiva al virus. Ma non solo. Infatti, in una settimana sono cresciuti del 70% i decessi per Covid-19 in Italia e negli ultimi 30 giorni si sono verificati 19.217 contagi tra gli operatori sanitari. Sono solo alcuni dei dati emersi dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe.
Superati in Italia i 600mila attualmente positivi al Coronavirus
“Ieri abbiamo superato i 600mila casi attualmente positivi, ovvero in isolamento domiciliare, ricoverati con sintomi e in terapia intensiva” ha spiegato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione, nel suo intervento durante Agorà su Rai 3. “Questo è un dato importante perché, come sappiamo, un’epidemia si definisce ‘fuori controllo’ nel momento in cui i positivi superano l’1% della popolazione e ieri, oltre ad aver superato il milione di casi da inizio pandemia, abbiamo sfondato la soglia dell’1% di popolazione attualmente con infezione da Sars-Cov-2”.
Cartabellotta ha poi spiegato che il sistema di monitoraggio è inefficace, perché “fotografa dati che non sono recenti”. Quindi “se si prendono decisioni restrittive basate sui dati di 2 o 3 settimane fa, la corsa al virus non può essere fermata”. Negli ultimi giorni si è intravista una leggera riduzione dell’incremento dei positivi, ma come ha spiegato il presidente di Gimbe: “Dobbiamo aspettare una stabilizzazione, perché la diminuzione può essere dovuta al fatto che il sistema di testing è saltato in alcune regioni”.
Preoccupa la situazione degli operatori sanitari
Come detto, in una settimana sono cresciuti del 70% i decessi legati al Coronavirus nel nostro Paese. In particolare, come emerso dal monitoraggio della fondazione, dal 4 al 10 novembre sono decedute 2.918 persone a fronte delle 1.712 della settimana precedente.
Un altro aspetto critico rispetto alla gestione e all’evoluzione della pandemia da Covid-19 è il contagio tra gli operatori sanitari. “Oltre al rischio di focolai ospedalieri, in Rsa e ambienti protetti, preoccupa l’impatto sul personale sanitario, già in carenza di organico oltre che provato dalla prima ondata”.
Nelle carceri italiane i casi di Covid-19 sono aumentati del 600% in due settimane
Oltre all’aumento dei decessi e alla crescita dei contagi tra gli operatori sanitari, preoccupa anche la situazione nelle carceri italiane. “In due settimane il contagio da Coronavirus nelle carceri è aumentato di circa il 600%”. A sostenerlo è il sindacato della polizia penitenziaria Osapp in una lettera indirizzata a Bonafede e al capo della Dap Petralia.
Oltre ad esserci una “generale e quanto mai pericolosa promiscuità nei reparti detentivi” è stata rilevata anche un’ “assenza di dispositivi di protezione individuale”. Il sindacato ha inoltre lamentato una “sostanziale assenza di disposizioni di carattere nazionale” da parte del Dap per prevenire il contagio da Covid-19.
Il 53% dei posti letto è occupato da pazienti affetti da Coronavirus
Infine, il monitoraggio dell’Agenas, l’Agenzia per i servizi sanitari regionali, ha rivelato che il 53% dei posti letto nei reparti di medicina, a livello nazionale, è ormai occupato dai pazienti affetti da Coronavirus. Inoltre, il valore del 40%, definito come “soglia critica”, è stato superato da 12 Regioni. Per quanto riguarda le terapie intensive, invece, secondo i dati aggiornati a ieri, mercoledì 11 novembre, il 34% dei posti in TI è occupato da pazienti Covid-19 (-3% rispetto ai dati del 10 novembre) e il valore di “soglia critica”, al 30%, è superato da 10 Regioni.