Continua il mistero su uno dei quadri più enigmatici della storia: la Gioconda di Leonardo celerebbe, secondo la tesi di uno studioso francese, il volto di un’altra donna, realizzato dal maestro prima del celebre ritratto esposto al Louvre. La rivelazione, l’ennesima sul famoso dipinto, arriva da Pascal Cotte che dopo uno studio durato dieci anni ha portato alla luce, grazie ad una tecnica di luce riflessa, gli strati sottostanti della tela: il volto di Monna Lisa nasconderebbe quello di un’altra modella, una donna fiorentina con un pendente a perla e degli spilli nei capelli. L’identificazione della Gioconda con Lisa Gherardini sarebbe perciò sbagliata e confermata dal fatto, stando alle tesi di Cotte, che sarebbero ben tre le stesure del disegno nascosto.
Secondo le rivelazioni di Pascal Cotte, dunque, la vera Monna Lisa di Leonardo non sarebbe la Gioconda col suo misterioso sorriso, ma un’altra donna di Firenze. La (presunta) scoperta, al termine di un lungo periodo di studi sul dipinto, è stata fatta grazie ad una tecnica non invasiva usata per analizzare il quadro: il Layer Amplification Method. Proiettando un fascio intenso di luci sull’opera originale, è stato possibile individuare migliaia di immagini multispettrali distinguendo, sotto la vernice e perciò invisibili ad occhio nudo, ben 155 elementi nascosti. Una tecnica innovativa che ha permesso di analizzare tutto ciò che si cela tra gli strati sottostanti del quadro, ‘sbucciandolo, ha spiegato Cotte, come fosse una cipolla‘.
Questo tipo di analisi, quindi, avrebbe consentito, secondo lo studioso francese, di mettere in luce, dietro la Gioconda, una figura femminile seduta: non Lisa Gherardini, moglie del commerciante di seta Francesco del Giocondo, ma un’altra donna fiorentina, la ‘vera modella’ del maestro.
Le rivelazioni di Pascal Cotte hanno portato non poco scompiglio nel mondo degli storici dell’arte, anche perché aggiungono un altro mistero ai già tanti che circondano l’opera. Diversi i pareri dei critici: Martin Kemp, ad esempio – esperto di arte e studioso di un altro dipinto attribuito al maestro toscano, La Bella Principessa, recentemente al centro delle cronache perché opera, pare, di un famoso falsario inglese – è convinto che il capolavoro leonardesco non nasconda né strati diversi, né tanto meno altri ritratti femminili, mentre di tutt’altro parere Andrew Graham-Dixon, critico dell’arte e volto noto della Bbc: ‘Non ho dubbi che questa sia un’altra delle storie del secolo, ha affermato, aggiungendo che prima o poi anche il Louvre sarà costretto a cambiare nome al dipinto. Il museo parigino, dal canto suo, ha specificato che Cotte, nonostante abbia avuto il permesso di studiare il dipinto, ‘non fa assolutamente parte del team scientifico del museo‘.