Si è chiusa la vicenda giudiziaria di Rodolfo Corazzo, il gioielliere che il 24 novembre 2015 sparò e uccise un rapinatore nel milanese. Il Gip di Milano ha infatti accolto la richiesta di assoluzione proposta dal pm Grazia Colacicco: l’imprenditore era accusato di eccesso colposo in legittima difesa per aver fatto fuoco con la sua arma, regolarmente denunciata, contro Valentin Frrokaj, albanese di 37 anni, ergastolano e latitante, che era entrato nell’abitazione di famiglia per derubarlo. La Procura ha chiesto l’archiviazione perché Corazzo rispose a “un pericolo concreto” sparando in difesa “della propria incolumità, della moglie e della figlia”. “L’ho chiamato e gli ho fatto i complimenti: per noi la difesa è sempre legittima”, ha commentato Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia ed esponente di spicco della Lega Nord, schieratasi a fianco anche di Mario Cattaneo, il ristoratore del lodigiano che ha sparato e ucciso un ladro.
Il caso di Corazzo presenta delle differenze rispetto a quanto accaduto a Gugnano, dove invece la ricostruzione dei fatti non è ancora terminata e dove l’accusa per Cattaneo è di omicidio volontario: in questo caso, il ristoratore ha sparato alla schiena colpendo un ladro che in seguito è risultato disarmato.
Il gioielliere di Rodano, provincia di Milano, reagì al termine di una notte da incubo. La sera del 24 novembre 2015, Corazzo era appena tornato a casa quando una banda, composta da tre uomini, lo sorprese in garage, picchiandolo e trascinandolo dentro la villetta di famiglia dove si trovavano anche la moglie e la figlia di undici anni.
Dopo aver preso gioielli, orologi e soldi, i ladri iniziarono a minacciare la piccola, puntandole addosso delle pistole risultate poi rubate, per farsi dire dal padre dov’era la seconda cassaforte: in un momento di distrazione, Corazzo riuscì a sfilare una sua pistola che i ladri non gli avevano trovato addosso e sparò in aria allo scopo di intimidirli. Ne nacque una sparatoria (dieci i colpi totali) di cui uno risultò mortale per Frrokaj.
“Spero si risolvano così anche le altre vicende simili. Siamo soddisfatti dell’esito giudiziario della vicenda”, ha commentato Pietro Porciano, l’avvocato di Corazzo.
Nella stessa giornata è arrivata anche la notizia di un’altra assoluzione, a carico di Franco Birolo, il tabaccaio di Civè di Correzzola, nel padovano, che uccise un ladro colto a rubare la notte del 24 aprile 2012 all’interno della tabaccheria.
L’uomo aveva sparato e ucciso Igor Ursu, 20 anni, di origine moldavo, venendo condannato in primo grado a due anni e otto mesi di carcere e al pagamento di un risarcimento di 225mila euro alla madre e 100mila alla sorella del morto, nonostante la Procura avesse chiesto l’assoluzione. A distanza di quasi cinque anni, la Corte d’appello ha ribaltato il verdetto, assolvendolo in via definitiva.
“Tra qualche giorno mi farò sentire con Mario Cattaneo: voglio esprimergli la mia solidarietà e dirgli che gli sono vicino. So bene cosa sta passando in questi giorni”, ha commentato a ridosso della sentenza.
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