E’ atteso per venerdì il confronto tra governo e opposizioni sul salario minimo, dopo il dialogo aperto da Meloni: si sfila Italia Viva, mentre Elly Schelin chiede atti concreti.
Anche il Movimenti Cinque Stelle ha dato disponibilità al colloquio con la maggioranza al governo, sempre a patto che ci siano risposte e che “si metta una toppa”. Recentemente sentito dall’ANSA, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha confermato che venerdì 11 agosto si terrà tra una delegazione del governo guidata da Giorgia Meloni.
Giorgia Meloni arriva a colloquio con le opposizioni, finalmente, sul salario minimo. Come la stessa premier aveva diverse volte anticipato nelle scorse settimane, la volontà dei partiti da lei guidati alla maggioranza sarebbe quella – sotto forte influenza proprio della Presidente del Consiglio – a sedersi a sentire le opposizioni. Venerdì 11 agosto si scopriranno dunque le carte. Già la leader del governo aveva annunciato aperture alle proposte, salvo poi perdersi in qualche frecciatina di troppo (sul salario minimo perfetto per uno slogan politici). Chiedono di fatto concretezza sia il Pd che il Movimento Cinque Stelle, piuttosto che inutili frecciatine su una manovra adottata in mezza Europa che Antonio Tajani aveva paragonato a una mossa da Unione Sovietica.
Intato oggi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha annunciato all’ANSA che per venerdì è ufficiale l’incontro fissato tra delegazione del governo e ipposizoni: “Per ascoltarle sul salario minimo per uno spirito di rapporto istituzionale costruttivo”.
A tal proposito Elly Schlein ha detto di volere partecipare sì a questo incontro con grande spirito costruttivo, sottoscrivendo le parole di Mantovano, ma anche che il PD non dimentica le dichiarazioni di questi ultimi mesi. Partendo proprio da Meloni che ha parlato riferendosi alla proposta firmata da quasi tutta l’opposizione come “specchio per le allodole”. O dell’uscita di Tajani, sulla “Misura sovietica”. La segretaria storce il naso sulla tempistica, soffermandosi maliziosamente su come la richiesta di colloquio sia arrivata proprio nel momento di pausa parlamentare e pochi giorni dopo l’ultimo cdm (di lunedì). Tutto questo però passa in secondo piano, dice la leader dei democratici, se si dovesse arrivare a un buon compromesso. L’incontro servirà a capire se il governo stavolta intende fare sul serio: “Siamo disponibili al confronto a patto che non sia una sceneggiata agostana”.
Dello stesso avviso il Movimento Cinque Stelle. In una nota il partito di Giuseppe Conte ha fatto notare che intanto il governo, dopo mesi di disponibilità sul confronto tra le opposizioni e la maggioranza sul salario minimo. Gli atti concreti però, a detta dei pentastellati, sono stati ben pochi. Si cita anche in questo caso Meloni e le sue esternazioni, Tajani e i suoi fuori luogo paragoni.
Ma anche Giuseppe Conte si aspetta serietà, e “toppe” dove servono: “Apprendiamo di un incontro sul salario minimo a riprova del fatto che al Governo non conoscono neanche le regole minime del galateo istituzionale”.
Il Movimento Cinque Stelle ci sarà, assente invece Italia Viva che non aveva nemmeno posto la firma sul primo pacchetto di proposte presentato nelle scorse settimane dalle opposizioni unite. Che questa convocazione in pieno agosto sia solo una corsa ai ripari di Giorgia Meloni, per dimostrarsi al fianco dei quattro e più milioni di lavorati in difficoltà ai quali aveva promesso di dedicarsi, si vedrà venerdì.
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