Giorgio Albertazzi è morto. Si è spento a 92 anni il grande maestro del teatro italiano, per cause che non sono state ancora rese note: l’attore si trovava nella natia Toscana, a casa della moglie Pia De’ Tolomei sposata nel 2007. L’annuncio della morte di Giorgio Albertazzi è arrivato all’improvviso e inaspettato, perché il grande maestro e mattatore del palcoscenico, dopo le ultime apparizioni televisive e gli spettacoli teatrali, sembrava aver ritrovato lo spirito caustico che lo ha sempre contraddistinto.
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Nato a Fiesole il 20 agosto 1923, Giorgio Albertazzi non è stato solo un attore di teatro tra i più importanti dei palcoscenici italiani: laureato in architettura, ha debuttato nel 1949 con la regia di Luchino Visconti, che lo diresse nell’opera ‘Troilo e Cressida’. Parallelamente, si dedicò ai fotoromanzi di gran moda all’epoca, e al cinema nel quale esordisce nel 1951. Alla televisione approderà poco dopo, nell’anno di inaugurazioni delle trasmissioni Rai, il 1954 con lo sceneggiato ispirato al romanzo di Dostoevskji ‘Delitto e castigo’: chiuderà in bellezza con la televisione nel 2014, non senza far discutere, partecipando come concorrente alla trasmissione di Milly Carlucci ‘Ballando con le stelle’, che lo consegna ai record di partecipante più anziano di tutte le edizioni internazionali del programma.
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Nel corso di sessanta anni di carriera teatrale, cinematografica, televisiva e quanto altro, dato che ha fatto radio (negli anni cinquanta), scritto quattro libri, diretto opere in teatro e in tv e inciso recitazioni per il mondo discografico, Giorgio Albertazzi ha portato sempre il suo particolare modo di ‘non-recitare’ all’attenzione del pubblico. Caustico, tagliente e sanguigno, sublime in alcune interpretazioni delle opere di William Shakespeare al quale era particolarmente legato, Giorgio Albertazzi è stato indubbiamente uno dei grandi maestri del teatro italiano, che grazie a lui è stato esportato anche all’estero. Nel 1964, i due mesi di repliche della sua interpretazione di ‘Amleto’ in occasione del 400º anniversario della nascita di Shakespeare, tenutesi al teatro Old Vic di Londra con la regia di Franco Zeffirelli, lo incoronano con una fotografia nella galleria dei grandi interpreti shakesperiani del Royal National Theatre: è tuttora l’unico attore non di lingua inglese a figurarvi.
Sul suo sito, Giorgio Albertazzi ha riportato una citazione che ne riassume egregiamente la straordinaria figura culturale nel panorama italiano: ‘Sul mio passaporto c’è scritto: attore. In realtà faccio anche il regista, lo sceneggiatore, il riduttore di romanzi per la televisione e ora l’autore teatrale. Alcuni amici sostengono che il mio vero mestiere è l’attore. Altri dicono che dovrei soltanto scrivere. Altri ancora che non dovrei mai più fare una regia teatrale. Chissà quali sono fra questi gli amici autentici?’
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Che le sue condizioni di salute non fossero più ottimali, probabilmente dovute anche all’età, era stato chiaro proprio sin dopo la sua partecipazione al talent ballerino di Milly Carlucci, ma Giorgio Albertazzi non era tipo da arrendersi facilmente al tempo che passava: la sua ultima apparizione teatrale, infatti, risale al 2015, quando portò in scena ‘Il Mercante di Venezia’.
Extra teatro, Giorgio Albertazzi aveva avuto di che far parlare anche la politica italiana: nel 1943 si arruolò nella RSI di Benito Mussolini come combattente, ma con la sconfitta della Repubblica di Salò nel 1945 venne arrestato e mandato in carcere. Ne uscì due anni dopo, con l’amnistia di Togliatti, e da lì iniziò la sua carriera professionale nel mondo dello spettacolo. Tornò alla politica molti anni più tardi, candidato col centrodestra alla Camera nel collegio del paese di Tradate ma sconfitto dal candidato della Lega.
Giorgio Albertazzi era stato insignito delle onorificenze di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana nel 1996 e Medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte nel 2002. Più che meritate nel suo caso. Diamo addio a Giorgio Albertazzi morto a 92 anni dopo una carriera solida e fondamentale nella storia culturale del teatro del nostro paese.
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