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Nel 1994, in un’Italia ancora scossa dalle stragi mafiose del ’92 (Capaci e via D’Amelio) e del ’93 (via dei Georgofili a Firenze e via Palestro a Milano), Giorgio Faletti cantò al Festival di Sanremo una canzone apparentemente curiosa, Signor Tenente (testo, significato e video li trovate tra qualche rigo), che era in realtà una forte denuncia delle condizioni lavorative delle Forze dell’Ordine in generale e dei Carabinieri in particolare, ‘gettati in aria come uno straccio […] in un paese dove tocca farsi ammazzare per poco più di un milione al mese‘…
Il brano è passato alla storia soprattutto per l’imprecazione ‘minchia, signor tenente‘, ripetuta più volte nel testo con un accento siciliano per rendere maggiormente chiaro il riferimenti a Cosa Nostra. Il dettaglio sottolineava anche quanto fosse più sentita questa situazione nel sud Italia, dove si erano verificati maggiori eccidi mafiosi e da dove provenivano, per larga parte, i carabinieri italiani.
Signor Tenente di Giorgio Faletti emozionò tantissimo il pubblico di Sanremo e quello televisivo, vincendo anche il Premio della Critica e giungendo secondo nella classifica finale dietro soltanto Passerà di Aleandro Baldi. La canzone venne poi inserita nell’album ‘Come un cartone animato‘ di Faletti, premiato con un disco di platino. Signor Tenente segnò anche una sorta di spartiacque nella carriera dell’artista piemontese, dal periodo leggero del cabaret a quello più impegnato come scrittore di romanzi, attore e cantautore.
Giorgio Faletti, Signor Tenente: testo del brano
Forse possiamo cambiarla ma è l’unica che c’è
Questa vita di stracci e sorrisi e di mezze parole
Forse cent’anni o duecento è un attimo che va
Fosse di un attimo appena
Sarebbe con me tutti vestiti di vento ad inseguirci nel sole
Tutti aggrappati ad un filo e non sappiamo dove
Minchia signor tenente che siamo usciti dalla centrale
Ed in costante contatto radio
Abbiamo preso la provinciale
Ed al chilometro 41 presso la casa cantoniera
Nascosto bene la nostra auto c’asse vedesse che non c’era
E abbiam montato l’autovelox e fatto multe senza pietà
A chi passava sopra i 50 fossero pure i 50 di età
E preso uno senza patente
Minchia signor tenente faceva un caldo che se bruciava
La provinciale sembrava un forno
C’era l’asfalto che tremolava e che sbiadivo tutto lo sfondo
Ed è così tutti sudati che abbiam saputo di quel fattaccio
Di quei ragazzi morti ammazzati
Gettati in aria come uno straccio caduti a terra come persone
Che han fatto a pezzi con l’esplosivo
Che se non serve per cose buone
Può diventar così cattivo che dopo quasi non resta niente
Minchia signor tenente e siamo qui con queste divise
Che tante volte ci vanno strette
Specie da quando sono derise da un umorismo di barzellette
E siamo stanchi di sopportare quel che succede in questo paese
Dove ci tocca farci ammazzare per poco più di un milione al mese
E c’è una cosa qui nella gola, una che proprio non ci va giù
E farla scendere è una parola, se chi ci ammazza prende di più
Di quel che prende la brava gente
Minchia signor tenente lo so che parlo col comandante
Ma quanto tempo dovrà passare per star seduto su una volante
La voce in radio ci fa tremare, che di coraggio ne abbiamo tanto
Ma qui diventa sempre più dura quanto ci tocca fare i conti
Con il coraggio della paura, e questo è quel che succede adesso
Che poi se c’è una chiamata urgente se prende su e ci si va lo stesso
E scusi tanto se non è niente
Minchia signor tenente per cui se pensa che c’ho vent’anni
Credo che proprio non mi dà torto
Se riesce a mettersi nei miei panni magari non mi farà rapporto
E glielo dico sinceramente
Minchia signor tenente!
Giorgio Faletti, Signor Tenente: video a Sanremo ’94
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