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Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è ufficialmente dimesso e lascia il Quirinale dopo 9 anni di mandato. L’annuncio è arrivato in via ufficiale dagli uffici del Colle. La bandiera presidenziale è stata ammainata. Ora inizia l’iter per la rielezione: il presidente del Senato Pietro Grasso farà le funzioni del Capo di Stato fino all’elezione del successore. “L’aula mi mancherà e metto in conto anche il fatto che a qualcuno non mancherò: spero di tornare presto“, le prime parole di Grasso. Il segretario generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, ha consegnato ai presidenti di Camera e Senato e al premier Matteo Renzi, la lettera di dimissioni: il presidente dimissionario ha ricevuto gli onori militari nel cortile del Quirinale per poi recarsi nella sua abitazione privata di vicolo del Serpenti, nel rione Monti. Poco dopo, Grasso è arrivato a piedi in quello che sarà il suo ufficio come Presidente supplente della Repubblica.
Napolitano è arrivato nel cortile accompagnato dalla moglie Clio e dal segretario Marra, poi al centro, da solo, ha assistito all’inno nazionale e ha ricevuto il vessillo presidenziale che è stato ammainato anche dalla torre del Quirinale. Un leggero inchino da parte sua per i militari, poi i saluti allo staff del Quirinale in un momento di grande commozione sia per il presidente uscente che per gli uomini e le donne che hanno lavorato al suo fianco per 9 anni. Tante anche le persone che lo hanno salutato fuori dal Quirinale, come tanti sono gli abitanti del rione Monti che lo hanno atteso sotto il suo appartamento.
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Questo il comunicato ufficiale pubblicato dal sito del Quirinale in merito alle dimissioni:
“Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato questa mattina, alle ore 10.35, l’atto di dimissioni dalla carica. Il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, sta provvedendo a darne ufficiale comunicazione ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati e al Presidente del Consiglio dei Ministri“.
Renzi ha salutato in maniera informale Napolitano dal suo profilo Twitter con l’hastag #GraziePresidente.
L’ormai ex Presidente aveva deciso di accettare un nuovo incarico, dopo la fine del settennato, per non far mancare all’Italia un’immagine di stabilità, in seguito ad una situazione turbolenta che si era registrata fra le forze politiche. La sua figura e la sua rielezione sono stati il simbolo di una durata nel tempo, per garantire la stabilità politica.
Come ha rivelato nel suo ultimo discorso di fine anno, Napolitano pensava di non avere più le forze necessarie per poter andare avanti. Secondo il Capo dello Stato, le dimissioni sono possibili, perché lo dice la stessa Costituzione.
Le reazioni
Le prime reazioni arrivano a ridosso delle dimissioni ufficiali. Fra i primi c’è proprio Mario Draghi, dato per molti come suo possibile successore. “È un grande onore essere considerato, ma non è il mio lavoro“, ha specificato in un’intervista al settimanale tedesco ‘Die Zeit’.
“La rinuncia del presidente Napolitano a proseguire nel mandato straordinario che i grandi elettori gli avevano affidato al termine del primo settennato merita tutto il nostro rispetto e la nostra gratitudine“, sono le parole che arrivano da Gianluca Susta e Andrea Mazziotti, capigruppo di Scelta Civica al Senato e alla Camera.
Dal presidente del PD Matteo Orfini arriva invece un primo tweet in cui si ringrazia Napolitano “per la dedizione, lo stile, il senso delle istituzioni, il coraggio dimostrato in questi anni“.
“L’alto e nobile gesto compiuto oggi dal presidente Napolitano va a coronamento di una carriera politica spesa al servizio del Paese. Si chiude una pagina importante della storia italiana e come cittadino non posso non sentire il dovere di ringraziarlo e di manifestargli la stima che merita un vero uomo di Stato intelligente, generoso nell’azione istituzionale e illuminato nelle scelte difficili. Avergli lavorato a fianco è stato per me un onore irripetibile ed è con questo spirito che prefiguro la sua presenza in aula da senatore a vita“, è la dichiarazione di Renato Schifani, responsabile del programma del Nuovo Centrodestra.
Diverso il tono usato dal M5S che ha chiesto a Napolitano di rinunciare al seggio di senatore a vita, titolo che spetta a tutti gli ex Presidenti della Repubblica. Lo scrive Beppe Grillo sul blog.
Dalle opposizioni arriva anche la richiesta di sospendere i lavori parlamentari sulle riforme istituzionali e in particolare su quello del Senato, in mancanza del Presidente della Repubblica che è garante della Costituzione.
Dalla Lega Nord è Matteo Salvini che da Twitter chiede che il prossimo Presidente non sia un uomo di sinistra. “Ultimo giorno di #Napolitano al Quirinale, non piango! Si parla di #Veltroni al suo posto? Per carità! Non doveva trasferirsi in Africa???“, è il primo tweet lanciato dal segretario leghista.
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