L’8 luglio si celebra la giornata internazionale del Mar Mediterraneo. L’evento vuole porsi in ricordo delle stragi dei migranti, che hanno avuto come protagonista tragico proprio il mare, le cui acque bagnano diversi continenti, creando un ambiente “tra le terre” molto particolare. Molte persone hanno perso la vita proprio nel Mediterraneo, per questo alcune associazioni hanno voluto collaborare, per la realizzazione di una manifestazione molto interessante, altamente simbolica.
L’evento
Earth Day Italia, Ancis-Link, Asc-Coni hanno deciso di fare sentire tutto il loro apporto insieme alle strutture organizzative messe a disposizione dalla Marina Militare Italiana, per promuovere un’attività di testimonianza. Tutto si svolgerà alle ore 12 dell’8 luglio, quando, in diversi punti del Mar Mediterraneo, saranno lanciati dei fiori, che intendono ricordare la fine crudele dei migranti, che, in cerca di fortuna e di prospettive di vita migliori, hanno percorso con imbarcazioni rimediate proprio le acque del Mediterraneo. In particolare a Ostia Castelfusano parteciperanno all’evento i rappresentanti del circolo velico Nauticlub: alcune barche della scuola di vela usciranno in mare, per lanciare sull’acqua gli omaggi floreali. Lo stesso accadrà contemporaneamente in Grecia, a cura del circolo velico dell’isola di Cefalonia; in questo caso si partirà dal porto di Argostoli. A Lampedusa sarà celebrata una messa per tutti i migranti che hanno perso la vita. L’evento sacro sarà tenuto dal vescovo della diocesi di Mazara del Vallo, monsignor Mogavero.
Il parere delle associazioni
Le associazioni che si sono impegnate nell’organizzazione dell’evento sottolineano come alla base delle migrazioni, che spesso hanno una fine drammatica, ci siano veri e propri atti di sfruttamento delle risorse naturali. In particolare Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia, ha messo in evidenza come i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo abbiano parecchie risorse naturali da offrire, ma capita che queste ultime vengano controllati da pochi, a svantaggio dei molti, che, invece, non possono beneficiarne. Quando assistiamo alla morte dei migranti nel Mediterraneo, fra i quali bisogna annoverare anche coloro che risultano per sempre dispersi, non dovremmo mai dimenticare la causa che sta a fondamento di questi processi migratori così intensi.
Riflettere sul fatto che i valori della solidarietà e della cooperazione dovrebbero essere costitutivi dell’esperienza quotidiana di ogni popolo è rilevante, per fare in modo che il Mediterraneo torni ad essere un luogo di incontro e non una zona in cui trovano la morte coloro, ai quali viene negato l’accesso alla ricchezza che la Terra può dare nelle sue diverse forme. Per questo motivo le associazioni sperano che nei prossimi anni il progetto possa essere condotto con un più largo respiro, con momenti di sport, di cultura, di musica, di arte e di letteratura, allo scopo di favorire l’interazione tra diversi modi di vivere e di esprimersi che si possono rintracciare fra i popoli che vivono sulle coste del Mar Mediterraneo. Si è già pensato al titolo per un evento di questo genere, che avrà il nome di “Un mare di pace”.
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