Il 16 giugno si festeggia il “World Sea Turtle Day”, la giornata mondiale per la tutela delle tartarughe marine. L’inquinamento del Mediterraneo è un pericolo per ogni specie.
Ritorna la Giornata mondiale delle tartarughe marine, che viene celebrata il 16 giugno di ogni anno. GenerAzione Mare, la campagna del WWF che riunisce volontari, aree protette, associazioni e imprese, si impegna a tutelare gli abitanti delle acque del Mediterraneo.
Le tre specie di tartaruga marina più a rischio sono tre: la tartaruga comune (Caretta Caretta), la tartaruga verde (Chelonia Mydas) e la rara tartaruga liuto (Dermochelys Coriacea). La Caretta è l’unica che nidifica sulle coste italiane, soprattutto nel meridione. Dal 2016 i dati riportano un aumento dei loro nidi nel Mediterraneo, che ne conta circa 8mila. Il WWF racconta:
“Questi animali ancestrali trascorrono tutta la vita nel mare, vivendo in solitaria e riunendosi solo ai fini dell’accoppiamento.
Ogni due o tre anni, le femmine si recano sulla terraferma per deporre le uova. Alcune attraversano interi oceani per farlo e la metà rimane nella spiaggia sulla quale sono nate”
Oltre al riscaldamento delle acque che aumenta pericolosamente, il mare è invaso dai rifiuti: ogni anno vengono riesumate 570 mila tonnellate di plastica. A peggiorare la situazione vi è anche la pesca intensiva, che contribuisce all’agire negativamente sulla vita dei pesci, ma soprattutto delle tartarughe marine.
Nella lista Rossa della IUCN (unione internazionale per la conservazione della natura), esse risultano a rischio di estinzione. Nel Mediterraneo vengono catturate accidentalmente circa 150.000 tartarughe all’anno, sia tramite armi da pesca, che da lenze o reti. Oltre 40.000 di queste spesso muoiono.
Il WWF in Italia si occupa della protezione delle tartarughe marine da più di 25 anni, attraverso un’ampia attività di monitoraggio, tutela dei nidi e riabilitazione di ogni esemplare. Il progetto riguarda regioni come Veneto, Toscana, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia. Le varie iniziative sono state rese possibili dal Network Tartarughe, costituito da una serie di volontari e centri di recupero costruiti sul territorio nel corso degli anni.
Queste operazioni coinvolgono più di 100 volontari che ogni anno percorrono a piedi circa 5.000 chilometri di spiagge, riuscendo a salvare moltissime tartarughe in difficoltà. Per fare un esempio, nel 2020 gli operatori del WWF sono intervenuti su 108 nidi da cui sono emersi più di 5.000 piccoli di tartaruga che poi hanno potuto raggiungere il mare.
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