Oggi è la giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, in merito ai Disturbi del Comportamento Alimentare.
Abbreviati semplicemente come DCA, si tratta di una problematica che rischia di diventare una patologia molto seria e dannosa per la salute, alla base della quale potrebbero essere problemi di tipo psicologico. Vediamo quali sono questi disturbi e come poterli riconoscere in tempo.
I disturbi alimentari sono molti, a partire da bulimia e anoressia. Tutti sono riconducibili, spesso a problemi psicologici ma non è l’unica causa. Di certo una giornata come oggi è fondamentale per sensibilizzare la popolazione a non trascurare i sintomi di queste patologie, in modo da intervenire rapidamente prima che si verifichi una tragedia o un danno irreparabile all’organismo.
Oggi ricorre infatti la Giornata nazionale dei Disturbi del Comportamento Alimentare, soprannominata il Fiocchetto Lilla, che con l’hashtag ColoriamociDiLilla, vuole sensibilizzare alla conoscenza dei disturbi alimentari.
Non è facile riconoscerli ma è importante impegnarsi a individuare anche i sintomi più sottili e impercettibili, teniamo presente infatti che le persone malate tendono a nascondere il problema ed è difficile notarlo specialmente all’inizio quando ancora non ha creato modifiche esterne né danni interni all’organismo.
Questi colpiscono molto i giovani, soprattutto le ragazze ma in particolare le donne anche di altre fasce di età. Stando ai dati, solo nel nostro Paese sono 3 milioni i giovani che soffrono di disturbi alimentari e parlando di percentuali, si tratta del 95% di donne e il 4% di uomini.
I DCA costituiscono una patologia che molto spesso viene sottovalutata in primis da chi ne soffre ma anche dai familiari. C’è da dire però che non è semplice riconoscerli.
I sintomi più evidenti purtroppo sono quelli che è difficile notare subito, ovvero un peggioramento dei rapporti con il resto della società, il soggetto tende infatti a isolarsi e nella sua mente scatta un meccanismo secondo il quale non accetta il proprio aspetto perché si considera troppo magro o troppo grasso, comunque imperfetto e da questo scaturisce una grande infelicità e voglia di isolamento.
Tra i fattori scatenanti dei disturbi nell’alimentazione possono esserci lutti e altri eventi traumatici ma anche un cambiamento di vita come ad esempio il trasferimento in un’altra città. Ci sono poi dei fattori predisponenti come le complicanze dopo una gravidanza, la presenza in famiglia di qualcuno che ha sofferto dello stesso disturbo, una bassa autostima, un’eccessiva mania di perfezionismo ma anche difficoltà interpersonali e l’essere insoddisfatti del proprio corpo.
Cominciamo dalla bulimia, che consiste in una voracità patologica ed eccessiva nel mangiare, seguita poi dal vomito, dall’utilizzo di lassativi per svuotare l’organismo, dal digiuno e dall’eccessiva attività fisica.
Fra i sintomi abbiamo abbuffate ricorrenti e di conseguenza comportamenti che compensano questo come vomito autoindotto. Chi osserva una persona bulimica osserverà che è ossessionata dal proprio peso corporeo, sempre preoccupata in questo senso.
Veniamo poi all’obesità, cioè un’eccessivo accumulo di grasso corporeo in relazione alla massa magra, dovuto al fatto di un’alimentazione fuori controllo in cui il soggetto ingurgita di tutto e in qualsiasi ora del giorno.
Questo porta danni agli organi e un peso che cresce velocemente, d’altronde il desiderio dell’obeso non è curare la propria immagine e il benessere fisico ma cercare di affrontare un problema trovando conforto nel mangiare senza sosta.
Al contrario c’è poi l’anoressia, ovvero la riduzione della normale alimentazione, disturbo anche questo pericolosissimo se calcoliamo che questo comportamento porta chi ne soffre a perdere velocemente fino all’85% del peso corporeo.
L’anoressia è un rifiuto nell’assumere cibo, dettato dalla paura di ingrassare anche se si è sottopeso e si ha bisogno evidente di mettere qualche chilo. Ciò che scatta nella mente della persona anoressica è un meccanismo per cui non si vedrà mai abbastanza magra, condizione che viene associata all’essere belli.
Veniamo poi al binge eating, termine che letteralmente significa abbuffata di cibo e indica episodi in cui si mangia senza controllo. Gli episodi di alimentazione incontrollata ricorrono almeno una volta a settimana e queste crisi sono spesso accompagnate da sensi di colpa, vergogna e disagio psicologico.
Questo è il disturbo più frequente fra quelli citati e nel tempo, il paziente che ne soffre rischia di sviluppare anche le complicanze dell’obesità, quali malattie al cuore, neoplasie, diabete e apnee notturne.
Infine c’è un acronimo, EDNOS, che serve a identificare tutte le altre forme di comportamenti alimentari scorretti, ovvero varianti di quelli più conosciuti, alle quali però non si è dato un nome specifico.
Come dicevamo sono diversi i segnali di riconoscimento, in primo luogo l’esclusione progressiva dalla vita sociale, un cambiamento della personalità e la preoccupazione smodata per la propria immagine. Dal punto di vista fisico le donne possono addirittura arrivare a perdere il ciclo mestruale.
La giornata di oggi punta a sensibilizzare e aumentare la conoscenza di quelle che possiamo chiamare vere e proprie malattie ma che se prese in tempo possono essere curate, con il supporto di uno psicologo e dei familiari.
La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla è stata promossa per la prima volta nel 2012 dall’associazione “Mi Nutro di Vita” e parte dall’idea di Stefano Tavilla, che ha perso la figlia Giulia a 17 anni per bulimia.
Oggi l’intento è quello di supportare chi sta lottando contro un disturbo alimentare, responsabilizzando l’opinione pubblica su una problematica attuale e molto grave, con tante sfaccettature.
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