Un ritorno all’agricoltura per combattere la crisi e anche per passione. I giovani riscoprono la terra e tornano ai campi, lasciano gli uffici e si tolgono la cravatta per calzare scarponi e inforcare gli attrezzi del mestiere. Secondo Coldiretti, negli ultimi dieci anni sono nate 113mila aziende agricole “multifunzionali”, legate cioè in qualche modo all’attività agricola. L’associazione di categoria l’ha definita una “vera esplosione”: non solo coltivazione e allevamento ma tutto quello che gira intorno alla terra, con nuovi mestieri che hanno preso piede e che stanno rivoluzionando il mercato del lavoro.
Di fronte a una crisi che non ha risparmiato nessuno e che ha colpito soprattutto i più giovani, in tanti hanno trovato una risposta nel settore agricolo. Non solo la riscoperta di una tradizione millenaria: la creatività e la formazione ad alti livelli, lo studio delle lingue e l’uso di internet hanno cambiato anche il modo stesso di lavorare la terra. Prova ne è la nascita di tutta una serie di nuovi mestieri, dall’agritata all’agristilista passando per i farmbeauty e i tutor dell’orto. Ancora Coldiretti, ha indicato nei cosiddetti “new job” il settore in maggiore crescita, con un +48% di occupazione sul totale del settore.
I contadini 2.0
Fare il contadino oggi è radicalmente diverso rispetto a soli 10 anni fa. Le frontiere sono ormai superate e i nuovi mezzi di trasporto hanno reso tutto più veloce. La tecnologia ha fatto passi da gigante e ha permesso non solo di aumentare la produttività ma anche di preservare prodotti del passato che oggi tornano sulle nostre tavole. Il made in Italy ha visto una crescita esponenziale anche nella coltivazione di prodotti che non fanno parte della tradizione: il primato italiano nella coltivazione del coriandolo da seme con un aumento del 1300 % in 10 anni dei terreni coltivati, per una superficie di 10mila ettari, racconta la capacità dei nuovi agricoltori di cogliere le sfide del mercato. Per essere presenti in un mercato sempre più globale, l’agricoltura italiana ha dovuto vincere alcune sfide, a partire dall’innovazione tecnologica, imprescindibile in questo campo. Da qui l’aumento del 75% in cinque anni delle immatricolazioni ai corsi di laurea in scienze agrarie, forestali e ambientali.
Cambiano anche le professioni. Nelle campagne non ci sono solo agricoltori e allevatori, ma anche mestieri legati alla terra e a una visione green della vita. Secondo i dati Coldiretti, in tre anni le aziende che producono energie rinnovabili sono aumentate del 603%, la trasformazione diretta dei prodotti agricoli ha visto una crescita del 97,8%, così come la vendita diretta. Prosperano anche le idee innovative legate al mondo del beauty (boom dei cosmesi naturali, agriwellness nelle farmbeauty e altro ancora) e tutti quelle nuove professioni che uniscono il mondo della campagna alla città: ecco che nascono gli agricustodi, gli agrichef che lavorano al recupero degli scarti, ma anche agriasilo, per far vivere la natura ai bambini, o la pet-therapy per le persone disabili.
Da Nord a Sud
Il settore agricolo ha visto un’espansione in termini di assunzioni e creazioni di nuove aziende in tutta Italia, da Nord a Sud. Nel nostro Mezzogiorno il 2015 è stato un anno record con un aumento dell’11% delle assunzioni: dato ancora più in controtendenza rispetto all’economia nazionale, sono aumentate le donne occupate in agricoltura che ora rappresentano il 31% della forza lavoro. Un’azienda su tre è gestita da donne, segno che anche il mondo agricolo si è tinto di rosa, con grandi innovazioni nella gestione del lavoro stesso. In generale i dipendenti sono in crescita del 5% rispetto alla media nazionale, ma è l’aumento degli under 35 quello che fa più ben sperare. La fascia più colpita dalla crisi ha trovato nel ritorno ai campi la risposta per cambiare vita e avere nuove prospettive future: il 2015 segna un incremento del 10% che sale al 21 per cento se si considerano i soli giovani del Sud.
Anche il Nord ha contribuito alla crescita. Coldiretti Lombardia ha ricordato l’aumento annuo dei lavoratori agricoli nella Regione: +24% con 83mila lavoratori solo nel primo trimestre, contro i 67mila dello scorso anno. I numeri parlano chiaro: il lavoro nei campi è cresciuto di 10 volte in più rispetto alla media degli altri settori.
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