Giovanni Scattone, condannato insieme a Salvatore Ferraro per l’omicidio di Marta Russo, ha rinunciato alla cattedra per insegnare Psicologia, nell’istituto professionale Luigi Einaudi di Roma, che gli era stata offerta grazie alla riforma della Buona Scuola, varata dal governo Renzi. L’ex assistente universitario, che ha scontato la sua pena di 5 anni e 4 mesi, ha spiegato di aver preso questa decisione per ”rispetto degli alunni” e perché, a suo dire, dopo le polemiche ha perso la serenità per svolgere un tale compito.
Scattone era già finito nel mirino delle polemiche nel 2011, per la supplenza (che poi rifiutò) di Storia e Filosofia, nel Liceo Cavour di Roma, lo stesso in cui aveva studiato Marta Russo.
Nel 2012, da docente precario, era riuscito a superare il concorso, classificandosi decimo nell’Ufficio Scolastico del Lazio. E così, ora ha potuto scegliere la scuola in cui insegnare. Dalla settimana prossima, dunque, terrà lezioni di Psicologia ai giovani dell’Istituto Luigi Einaudi di Roma.
La notizia, anche questa volta, non ha lasciato indifferenti gli altri insegnanti, oltreché l’opinione pubbblica. Molti colleghi hanno confessato di essere rimasti piuttosto sorpresi di trovarsi in coda per l’assegnazione di una cattedra, al fianco di Giovanni Scattone.
Tuttavia, il vero motivo per cui Scattone può insegnare è legato al fatto che, a suo tempo, la Suprema Corte aveva deciso di non applicare la pena accessoria di interdizione all’insegnamento, pertanto una volta chiusi i conti con la giustizia, ha potuto partecipare al concorso, superarlo e diventare così un insegnante di ruolo a tutti gli effetti.
Ma chi è realmente Giovanni Scattone?
Nel 1997, quando era un assistente universitario del corso di filosofia del diritto all’Università La Sapienza, fu accusato dell’omicidio della studentessa Marta Russo. La ragazza, a soli ventidue anni, perse la vita per un colpo di arma da fuoco. Il terribile attacco avvenne presso l’Università La Sapienza, tuttavia la giovane morì cinque giorni dopo in ospedale.
L’omicidio fu al centro di un complesso caso giudiziario e fu immediatamente catapultato nella gogna mediatica. Dopo due processi d’appello e un ricorso in Cassazione, Scattone è stato condannato a scontare una pena detentiva di 5 anni e 4 mesi per omicidio colposo aggravato. Al suo fianco viene condannato anche Salvatore Ferraro, per favoreggiamento. Entrambi si sono sempre dichiarati innocenti.
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