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Giovanni XXIII santo senza miracolo? Non del tutto. A differenza di quanto si creda, il Papa buono è stato canonizzato anche per essere stato ritenuto alla base di alcuni eventi miracolosi, che sono stati a lui attribuiti. Il miracolo, infatti, costituisce il passo fondamentale, secondo il quale la Chiesa cattolica può decidere di proclamare santo un uomo. Ma di certo questo Papa non avrebbe nemmeno bisogno di condizioni soprannaturali, per essere considerato a tutti gli effetti un vero e proprio esempio di santità, perché come tale è riconosciuto nella coscienza collettiva.
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Quello che colpisce della biografia e delle opere di Papa Giovanni XXIII è costituito dalla sua stretta aderenza al modello evangelico. Ha saputo leggere fino in fondo lo spirito religioso del suo tempo, caratterizzandosi nei confronti di tutti con quel senso di bontà, che gli valse anche il famoso appellativo.
La biografia
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Giovanni XXIII nacque a Sotto il Monte, in provincia di Bergamo, il 25 novembre 1881. Il suo nome di battesimo fu Angelo Giuseppe. Della sua educazione religiosa si occupò l’anziano prozio, di cui il Pontefice conservò sempre un ricordo affettuoso. Finite le scuole elementari, il piccolo entrò in seminario e frequentò il collegio di Celana. Poi entrò nel seminario di Bergamo. Successivamente passò al seminario romano dell’Apollinare e la sua formazione spirituale riuscì a dare molti frutti. Nel 1904 conseguì il dottorato in Teologia e sempre lo stesso anno fu ordinato sacerdote. La prima messa fu celebrata nella basilica di San Pietro. Sempre in quel periodo iniziò a studiare Diritto canonico, ma dovette interrompere la formazione, perché fu scelto come segretario del vescovo di Bergamo, mons. Giacomo Radini Tedeschi. Rimase in questo ruolo per circa 10 anni. Nel frattempo ebbe anche altri incarichi, compreso quello dell’insegnamento.
Con lo scoppio della guerra prestò servizio a favore dei ricoverati e dei soldati malati. Nel 1920 fu invitato a presiedere l’Opera di propagazione della fede in Italia. Dal 1925 al 1952 iniziò un periodo diplomatico al servizio della Santa Sede. Il 19 marzo 1925 ricevette l’ordinazione episcopale. Durante la seconda guerra mondiale assistette gli Ebrei, salvandone molti dallo sterminio e si adoperò a favore della popolazione greca, le cui condizioni erano molto difficili a causa della fame. Il suo episcopato si distinse per un impegno molto preciso, finché il 28 ottobre 1958 fu eletto Papa. Un grande contributo fu quello rappresentato nel corso del Concilio Vaticano II: manifestò una grande apertura universale anche nei confronti delle altre confessioni cristiane. Nel 1963 gli fu attribuito il premio Balzan per la pace. Morì il 3 giugno di quello stesso anno.
Le opere
Molte le opere di Papa Giovanni XXIII. Fra queste, sicuramente un posto del tutto particolare spetta al discorso della luna, uno dei suoi più celebri discorsi, che fu tenuto l’11 ottobre 1962, in occasione dell’apertura del Concilio. Si tratta di parole semplici e dolci, che da questo punto di vista rappresentarono qualcosa di innovativo. In quella situazione il Papa buono disse: “Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite ‘Questa è la carezza del Papa’”. Poi specificò “Il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza”.
Un’enciclica particolarmente nota è quella che ha come titolo “Pacem in Terris”. Risulta un testo particolarmente importante per comprendere la politica vaticana e quella occidentale del tempo. Contiene tracce significative della volontà di superare i rapporti idealistici fra Chiesa e Stati, tema particolarmente sentito a quel tempo. Papa Giovanni richiamò alle necessità dello Stato sociale e pose al centro di ogni cosa l’uomo, che con il suo libero pensiero e con la sua ragione diventa il protagonista e allo stesso tempo l’obiettivo della socialità. Secondo il Pontefice, la pace può sorgere soltanto dal valore dell’uomo inteso come singolo individuo, che non può annientarsi di fronte ai sistemi economici e politici.
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