[didascalia fornitore=”altro”]Foto Pixabay[/didascalia]
Europa non è un satellite qualunque di Giove: da diverso tempo ormai si ritiene che sotto la calotta ghiacciata da cui è rivestita in superficie custodisca un immenso oceano caldo, non solo, grazie ad alcune immagini riprese dal telescopio spaziale Hubble, alcuni ricercatori hanno potuto affermare di avere identificato sulla sua superficie giganteschi geyser. Tuttavia considerati i limiti tecnici della strumentazione, sinora i pennacchi non sono mai stati confermati ufficialmente.
Oggi grazie a uno studio condotto dall’Università del Michigan e coordinato dal professor Xianzhe Jia, sui dati recuperati dalla sonda Galileo (Nasa) nella seconda metà degli anni ’90, sembrano essere emerse prove inconfutabili dell’esistenza effettiva dei geyser su Europa. In pratica, quando la sonda passò a circa 400 km da Europa, il magnetometro di bordo rilevò una variazione del campo magnetico: secondo Xianzhe Jia, che ha pubblicato la ricerca su Nature Astronomy, il fenomeno è spiegabile soltanto in presenza di una importante emissione di vapore acqueo dalla superficie di Europa, così potente da raggiungere i 200 chilometri di altezza.
I potenti geyser provenienti dalle profondità di Europa per emergere in superficie devono infrangere una calotta ghiacciata di uno spessore stimato tra i 10 e i 30 chilometri. Si suppone, che al di sotto si trovi un enorme oceano mediamente caldo della profondità di 100 chilometri. Sulla superficie del satellite di Giove sono state trovate tracce rosse scuro, sinora molti studiosi hanno ritenuto potessero essere tracce di solfato di magnesio, ma oggi alla luce dei nuovi studi, è legittimo pensare che arrivino dall’oceano attraverso i geyser e si depositino sulla superficie dopo l’evaporazione dell’acqua.
Infine la domanda sorge, per l’ennesima volta, spontanea: è dunque possibile che nell’oceano di Europa ci siano forme di vita? Considerato che queste acque sono direttamente a contatto col ‘nucleo di Europa’, è altamente probabile che ciò garantisca la formazione di reazioni chimiche che a loro volta possono dare vita a processi biologici e quindi a qualche forma di vita. Per approfondire ulteriormente le conoscenze sulla luna di Giove, Europa sarà il principale oggetto di studio delle prossime missioni: la prima si chiama Juice (Agenzia spaziale europea, Esa) e dovrebbe partire nel 2022 per arrivare attorno a Giove nel 2029: oltre a Europa, verranno controllate le lune Ganimede e Callisto. La seconda dovrebbe partire sempre nel 2022 è sarà incentrata sull’analisi della quarta luna del gigante gassoso.
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