Si è concluso il “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa”, la manifestazione itinerante organizzata da Unioncamere, Camere di commercio e Comitati per l’imprenditoria femminile. Il dato riassuntivo dell’ultimo anno mostra una crescita record per quanto riguarda il numero complessivo delle imprese italiane guidate da donne. In tre anni sono nate ben 32mila nuove aziende in Italia con a capo donne. In testa alle iniziative imprenditoriali femminili c’è Roma, con un +6.213 di aziende di donne negli ultimi tre anni, e – con una media tripla di quella italiana – oltre 2mila unità in più in un solo anno. Al secondo posto c’è Napoli (+4.015) e al terzo Milano (+3.934).
Nel corso della decima edizione del “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa”, roadshow che ha come obiettivo quello di “dare visibilità all’imprenditoria femminile, informare le imprenditrici e offrire strumenti formativi a chi aspira a diventarlo”, il Vice Segretario Generale di Unioncamere Nazionale, Tiziana Pompei, insieme all’Osservatorio dell’imprenditorialità femminile di Unioncamere-InfoCamere, ha tracciato il bilancio dell’evento in un confronto promosso con la Camera di Commercio di Roma al Tempio di Adriano, cui ha partecipato, tra gli altri, anche la presidente nazionale di Confesercenti, Patrizia De Luise, unica donna al vertice di un’associazione di imprese.
La fotografia che emerge sulle aziende femminili in Italia è incoraggiante, ma c’è ancora tanto lavoro da fare. Quali sono i settori in cui le donne decidono di investire? Spiega il Vice Segretario Generale di Unioncamere: “sono i settori più tradizionali, come l’assistenza sociale o i servizi alla persona” ma le donne mostrano interesse anche “per il turismo e l’agricoltura, ambiti in cui non solo investono ma sono riuscite anche a innovare”, puntando sul digitale.
Non a caso, prosegue Tiziana Pompei: “Il Giro, che ha toccato 10 città, in moltissime tappe, ha approfondito “il grande tema della digitalizzazione. Nell’e-commerce e nei servizi via internet le donne pesano per il 20% del totale delle imprese digitali, ma vogliamo fare di più”. Per questo, aggiunge, “come Camere di Commercio, su spinta del ministero dello Sviluppo Economico, stiamo mettendo risorse nell’ambito del programma Industria 4.0 per investire su una digitalizzazione che potenzi anche le aziende in ‘rosa’”.
Anche per questo l’attività del ‘Giro d’Italia’ di Unioncamere, spiega Tiziana Pompei, “si è arricchita di un Osservatorio di genere che censisce le imprese femminili, arrivate ad oggi 1,3 milioni e in costante crescita”. “Attualmente 22 imprese su 100 sono femminili, è comunque poco ma si può ancora lavorare” assicura.
Non soltanto Pompei ha tirato il bilancio del lungo roadshow dedicato alle donne che fanno impresa. A parlare di ‘luci e ombre’ per l’imprenditoria al femminile è stata la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise: “Le donne hanno risposto alla ricerca dell’occupazione anche facendo impresa e questo è senz’altro un segnale importante perché, come molti economisti rilevano, il lavoro delle donne ha un peso sul nostro Pil”. Ma il problema non risolto del “welfare” a sostegno della famiglia “grava” come un’ombra “sul lavoro femminile”, avverte De Luise, che spiega: “Se analizziamo il tipo di impresa che le donne scelgono si evince che il problema più forte sia quello della conciliazione dei tempi del lavoro che crea grande preoccupazione. E a maggior ragione se sono i tempi di un’azienda”.
A pesare sul lavoro delle donne c’è anche “una forte discriminazione fra il lavoro femminile ed il lavoro delle donne imprenditrici” visto che queste ultime, “ad esempio, non possono utilizzare un sostegno come la legge 104”. “Detto ciò, le donne non scappano di fronte al lavoro. Ma ora, visti i segnali di ripresa, la politica deve rispondere ai problemi legati al lavoro femminile e dare risposte anche alle esigenze delle donne imprenditrici. E non si può aspettare” conclude la presidente di Confesercenti nazionale,
In collaborazione con AdnKronos
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