Madre troppo apprensiva: così è stata definita Patrizia Tribaldo, la quale rivuole il figlio disabile a casa che ha accudito per 18 anni.
L’accusa di essere una madre troppo apprensiva è stata mossa a Patrizia Tribaldo, una mamma bresciana che ha accudito per 18 anni il figlio gravemente disabile. Nonostante tutti i suoi sforzi, il figlio è stato tolto alle sue cure da due anni. Un caso doloroso che ha interessato anche diversi esponenti della politica nazionale.
È una madre troppo apprensiva, le tolgono il figlio
Patrizia Tribaldo è stata accusata di essere una madre troppo apprensiva nei confronti del figlio disabile. Per questo le è stato tolto da due anni.
La madre del ragazzo ha dichiarato che il figlio ha perso molti chili e oggi pesa 32 kg, in quanto ha smesso di mangiare in modo tradizionale, in quanto allontanato da tutti i suoi familiari. Un colpo che il ragazzo ha affrontato in questo modo, non avendo modo di esprimersi.
La situazione è drammatica: “È ridotto a un mucchio di ossa e pelle e devo sopportare di vederlo solo venti minuti alla settimana. Vengo sgridata perché lo abbraccio e lo bacio, e posso vederlo per venti minuti alla settimana”, ha aggiunto la donna.
Il 20 aprile, mamma Patrizia ha inviato un appello di dolore ed rabbia alla Camera dei Deputati. All’incontro, indetto dalla deputata Stefania Ascari (M5S), è stato chiesto che C. torni a casa con i suoi genitori e che il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, prenda provvedimenti disciplinari contro le autorità responsabili di questa tragica situazione.
Le condizioni di salute del giovane
La condizione del ragazzo è stata oggetto di trasferimento obbligatorio in un centro medico senza giustificazione valida. Oggi – come sottolinea la deputata Ascari, è “recluso in un letto“.
La deputata Stefania Ascari (M5S) ha convocato la conferenza stampa per chiedere che C. torni dalla sua famiglia e che il ministro della Giustizia Carlo Nordio prenda provvedimenti disciplinari contro le autorità coinvolte nel dramma.
Ha, poi, dato la parola all’avvocato Laura Andrao e al neuropsichiatra Maurizio Brighenti che hanno direttamente seguito l’accaduto.
Accuse di simbiosi, rapporti troppo fusionali e ora – quella più grave – di un’accusa di “ipercura“: questo è ciò che la mamma bresciana Patrizia Tribaldo ha dovuto sopportare. C., suo figlio disabile fin dalla nascita, da due anni non può più godere delle cure della sua mamma che lo ha accudito per ben 18 anni.
La donna fu giudicata incapace ed è stata processata con un procedimento di ipercura, ora archiviato. Suo figlio attualmente si trova in una struttura medica e soffre di una grave regressione delle sue già delicate condizioni, senza avere la possibilità di tornare a casa per sempre.