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Prime dichiarazioni pubbliche di Giulia Bongiorno da candidata della Lega e prime polemiche. Intervistata da Maria Latella per SkyTg24, parla del rapporto migrazione e violenza sulle donne, mettendole in relazione, ma non solo: l’avvocato difende il suo nuovo segretario, Matteo Salvini, accusando la sinistra di fare del razzismo nei suoi confronti e risponde a tono a chi l’accusa di aver cambiato bandiera. “Io sono un soldato. Rivendico una coerenza politica: a me ha offerto la candidatura Fini nel 2006. Poi che Fini abbia fatto una serie di percorsi, a me interessa poco, è lui che ha cambiato etichetta. Non ci sono stati cambiamenti personali”, dice. A far discutere sono però le parole sui migranti, accusati di essere un pericolo per le donne.
Alla domanda su quanto dichiarato dal leghista Attilio Fontana, candidato in Lombardia, sulla difesa della “razza bianca”, la penalista risponde ricordando che si è trattato di un lapsus, come ha ripetuto lo stesso ex sindaco di Varese. “Se però a fare queste affermazioni è un leghista, lo si accusa perché si dà per scontato che le abbia fatte volutamente”, dice Bongiorno che rincara la dose.
Pur condividendo l’allarme sul nuovo razzismo, lanciato dal vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, la legale insiste nel dire che “è dovuto al fatto che spalancando le porte indiscriminatamente all’immigrazione, le persone normali non sanno distinguere fra immigrati regolari e irregolari. Non c’è una disciplina chiara e non si riescono a fare le espulsioni, per cui c’è un gran caos”.
Inoltre “alcuni di questi soggetti provengono da paesi in cui la donna è considerata un essere inferiore all’uomo, nelle loro case vi sono violenze come accade nei loro territori. Abbiamo importato anche questo”, dice.
Chi è vittima di razzismo, sempre secondo Bongiorno, è il leader del Carroccio. “Ho visto Salvini più volte, ho parlato di tutto quello che vuole fare. Credo che ci sia razzismo nei suoi confronti, ha una nitidezza di idee, ma da sinistra lo considerano un rozzo, come se solo loro possano avere idee nitide”, tuona.
Arriva poi la risposta ai dubbi lanciati da Selvaggia Lucarelli in un articolo molto condiviso e polemico su Doppia Difesa, l’associazione a favore delle donne fondata con Michelle Hunziker. “Non riceviamo finanziamenti pubblici, perché quando è nata ero presidente della Commissione Giustizia e ho detto chiaramente a Michelle che non potevamo prenderne. Ci doveva arrivare un finanziamento da 150 mila euro da privati, ma il giorno dopo l’annuncio della mia candidatura, chi ci doveva finanziare si è tirato indietro, ci ha fatto sapere che non condivide le idee di Matteo Salvini. Ma Doppia difesa non c’entra niente con la politica, la mia priorità è aiutare le donne e le psicologhe che lavorano lì”, spiega, parlando di “un clima d’odio” nei loro confronti.
Intervistata a Un giorno da Pecora su Rai Radio Uno, smentisce infine di aver chiesto alcun ministero per la sua candidatura. “Se mi piacerebbe fare il ministro della Giustizia? Non spargiamo voci, non lo farò”.
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