Giulia Schiff è una ex pilota dell’Aeronautica militare che dopo essersi arruolata in Ucraina, è tornata in Italia per un breve periodo.
Si tratta dell’unica connazionale tra i volontari stranieri in Ucraina.
All’inizio della guerra di cui ormai tutti parlano, la 23enne Giulia Schiff ha da subito avuto il desiderio di prendere parte al conflitto per aiutare le forze ucraine.
Così a marzo è partita rispondendo al forte richiamo che la spingeva a fare del bene, così dopo un passato nell’Aeronautica miliare italiana, la veneziana si è arruolata con un team per operazioni speciali a Kiev.
Molte le domande che le hanno fatto, fra cui se abbia ucciso mai qualcuno ma su questo dettaglio rimane molto vaga affermando che comunque appartiene al suo ruolo.
Ha rischiato più volte di morire, ad esempio in un’occasione ha riferito che il mezzo blindato su cui si trovava è finito sotto attacco e di quel giorno porta ancora addosso i segni, infatti il casco che portava si è rotto e ha battuto forte la testa.
Tempo fa la ragazza fece parlare di sé perché denunciò episodi di mobbing e nonnismo subito quando era allieva all’Accademia di Pozzuoli, in seguito ai quali venne espulsa dall’Aeronautica.
Arriviamo quindi allo scoppio della guerra fra Russia e Ucraina, in cui la Schiff si è distinta perché unica volontaria italiana in Ucraina.
“se non avessi paura sarei psicopatica”
ha sdrammatizzando rispondendo a chi le chiede le sue sensazioni in territorio di guerra, lo stesso in cui ha trovato l’amore e in cui è impegnata nelle operazioni speciali del team Masada.
“sono proprio dove voglio essere, poi si vedrà. lo stipendio è di 1000 euro più alcuni extra per le missioni ma non è la paga che mi spinge ad aiutare. inoltre ho anche trovato l’amore”.
Giulia ha legato molto con un ragazzo che fa parte del suo stesso team e ha 29 anni. Parlando di lui riferisce della sua bravura di soldato e nelle sue parole si legge la fierezza di dare una mano nei territori afflitti dalla guerra, la stessa del padre.
La prima ad essere felice per il ritorno in Italia di Giulia è sua madre, che ha sempre ammesso di farle spesso questa richiesta.
Ora la 23enne è tornata per un breve periodo di riposo nella sua Venezia e oggi ha preso parte a una manifestazione a favore degli ucraini, nei cui territori si batte in prima linea.
È una ragazza amareggiata quella che parla ai microfoni dei giornalisti, poiché l’Italia non le ha dato nessun riconoscimento.
Giulia ha raccontato di praticare più che altro attività di ricognizione e ha aggiunto che secondo lei l’Italia dovrebbe essere più solidale con il popolo ucraino perché i civili che stanno morendo in maniera tragica sono moltissimi.
“la realtà è diversa da quella che si vede nei telegiornali. siamo molti qui ma non abbastanza”.
Giulia non ha paura di morire perché la voglia di aiutare è più forte. La 23enne originaria di Mira, che sul campo di battaglia si chiama Kida, è molto attiva nella sensibilizzazione contro la violenza in tutte le sue sfaccettature, lo ha dimostrato denunciando senza paura i soprusi ricevuti a Pozzuoli.
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