Non sarà semplice stabilire l’ora esatta della morte di Giulia Tramontano, per via delle bruciature inferte, dopo che il presunto killer avrebbe provato a dar fuoco al cadavere.
Stando alle indagini, la 29enne sarebbe stata uccisa tra le 19 e le 20:30 di sabato 27 maggio, nell’appartamento di Senago, dove conviveva con il fidanzato – reo confesso – Alessandro Impagnatiello.
Trentasette – forse 40 – le coltellate inferte a Giulia Tramontano, la 29enne incinta al settimo mese di gravidanza, uccisa lo scorso sabato. I primi risultati dell’autopsia hanno confermato che le coltellate sono state inferte tutte nella parte superiore del corpo, perlopiù alla schiena. Due sarebbero quelle mortali, inferte nel collo. Sembra che la vittima non abbia provato a difendersi, forse perché sorpresa alle spalle e quindi poi impossibilitata a farlo.
Sul ventre non sono state inferte coltellate, ma saranno i successivi esami a chiarire quando il piccolo Thiago sia morto. Al momento non è stato possibile accertare se il corpo sia stato dato alle fiamme prima o dopo la morte di Giulia. Quel che è certo è che le condizioni in cui è stato ritrovato non renderà semplice ricostruire gli ultimi istanti di vita della 29enne. Difficile anche datare precisamente l’orario della morte, che dovrebbe comunque essere avvenuta tra le 19 e le 20:30 di sabato 27 maggio. Dopo l’esame autoptico i familiari hanno ottenuto il nulla osta per la sepoltura della 29enne, che viveva a Senago da cinque anni, ma era originaria di Sant’Antimo, periferia est di Napoli.
Quella sera, prima di rincasare, Giulia Tramontano aveva incontrato l’altra donna del fidanzato. Era stata proprio la 23enne – collega di lavoro del fidanzato di Giulia – a contattarla e a chiederle un incontro. A quell’appuntamento avrebbe dovuto presentarsi anche Impagnatiello, ma il barman aveva rinunciato a incontrare le due donne.
Una volta rincasata, Giulia avrebbe avuto una lite con il compagno e padre del suo bambino e lì sarebbe avvenuto l’omicidio. La domenica successiva il barman aveva sporto denuncia di scomparsa, riferendo che la sua compagna era sparita portando con sé il passaporto e alcuni contanti.
Una versione che però non aveva convinto del tutto gli inquirenti. Impagnatiello ha portato avanti il suo racconto per quattro giorni, finché – martedì notte – non ha ammesso di aver ucciso la compagna e di averne occultato il cadavere. I rilievi effettuati con il luminol hanno confermato la presenza di tracce di sangue sulle scale dell’appartamento, in garage – dove il ragazzo avrebbe nascosto il corpo di Giulia prima di gettarlo dietro i box in cui poi è stato ritrovato – e nell’auto T Roc del 30enne.
Al momento gli inquirenti escludono che Tramontano sia stato aiutato da qualcuno nella seconda fase dell’omicidio. Quel che è certo è che il giorno dopo il 30enne ha acquistato un carrellino trasportatore, sul quale avrebbe caricato il corpo della fidanzata, per poi occultarlo. Sul carrellino sono state trovate numerose tracce di sangue, appartenenti presumibilmente proprio alla 29enne.
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