Nessuna risposta dalle autorità egiziane per gli imputati nel processo italiano sul caso di Giulio Regeni: la conferma arrivata in udienza poche ore fa.
L’Egitto sembra restare sordo alle reiterate richieste dell’Italia sugli imputati dei servizi del Cairo del caso Regeni. Lo avrebbe confermato il capo dipartimento per gli Affari Giustizia presso il Ministero di via Arenula, Nicola Russo, durante l’udienza davanti al gup di Roma per l’omicidio del giovane ricercatore italiano.
L’Egitto continua a non rispondere alle autorità italiane in merito ai quattro imputati dell’omicidio di Giulio Regeni. Si tratta di soggetti appartenenti ai servizi segreti del Cairo ancora oggi fuori dal cono della giustizia in sede di processo a Roma.
L’ultima delle sollecitazioni inviate dal governo italiano, riporta Ansa, è datata 6 ottobre e sarebbe stata anch’essa un buco nell’acqua.
Gli egiziani non avrebbero risposto neppure alla richiesta di un incontro avanzata dal Ministero della Giustizia nel gennaio scorso, sotto la guida del ministro Marta Cartabia.
Uno stallo e un silenzio pesantissimi davanti ai quali i genitori di Giulio Regeni hanno espresso un duro commento a margine della nuova udienza.
A margine dell’udienza, il padre e la madre di Giulio Regeni, Paola e Claudio Regeni, hanno commentato la situazione con un sentimento misto di delusione e rabbia, come riporta Ansa:
Le autorità egiziane non hanno, né hanno mai avuto, intenzione di collaborare e si fanno beffe del nostro sistema di diritto
Dopo aver appreso anche dell’assenza di riscontro alla richiesta del ministro Cartabia, i genitori del ricercatore friulano ucciso in Egitto hanno formulato nuovamente un appello affinché il governo non faccia cadere tutto in un ennesimo nulla di fatto e si augurano che le istituzioni italiane mostrino una “adeguata reazione di dignità”.
Le quattro persone imputate nel processo a Roma per la morte di Giulio Regeni sono quattro e sono appartenenti ai servizi segreti del Cairo. A loro carico le accuse di aver rapito, torturato e ucciso il giovane ricercatore.
All’esito della recente udiena, il gup avrebbe aggiornato il procedimento al prossimo 13 febbraio, rinnovando l’incarico di proseguire ricerche degli imputati ai carabinieri del Ros.
La collaborazione delle autorità egiziane con la giustizia italiana, ancora oggi, appare piuttosto in salita ma la famiglia di Giulio Regeni non si arrende e rilancia la richiesta di attenzione e risposte da parte, anzitutto, dell’Italia.
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