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E’ stato diffuso l’ultimo video che mostra Giulio Regeni mentre parla con il sindacalista degli ambulanti che lo denunciò. Il sindacalista Mohammed Abdallah, capo dei lavoratori ambulanti che ammise di aver denunciato Giulio Regeni ai servizi segreti del Cairo in Egitto, aveva anche filmato il ricercatore italiano in un video amatoriale, ora finalmente acquisito pure dagli inquirenti italiani. Nel video (di cui Abdallah dichiara di non sapere nulla) l’uomo chiede a Regeni come fare per ottenere subito del denaro da una fondazione britannica che promuove progetti di ricerca e sviluppo in campo sociale. Il filmato, a una prima visione, sembra essere stato girato senza il consenso del giovane friulano.
Il filmato è stato anche riproposto al pubblico su una tv egiziana, l’emittente ”Sada El Balad”. Si tratta di un piccolo estratto di pochi minuti perché il video originale in tutto dura circa due ore.
Durante l’incontro il ricercatore italiano, ripreso a sua insaputa, mostra decisione nel non dare alcuna disponibilità ad una destinazione diversa dal suo progetto delle 10mila sterline di finanziamento per il sindacato ambulanti. Il sindacalista, infatti, aveva chiesto a Regeni di poter avere dei soldi spiegando che la moglie è malata di cancro.
Alle richieste del sindacalista su come ottenere denaro dai finanziamenti per scopi diversi dalla promozione e lo sviluppo per le ricerche in campo sociale forniti dalla fondazione inglese Antipode, Regeni risponde di non avere tutto il potere che Abdallah pensa. “Sono un accademico, non posso usare il denaro a titolo personale per nessuna ragione, questo non è possibile, sarebbe un grosso problema. Nelle informazioni che devo fornire alla fondazione britannica non è possibile che io faccia riferimento a un uso personale dei soldi”, replica Regeni in arabo alle domande di Abdallah, che insiste: “Il denaro quindi non può essere chiesto a titolo personale?”, e Regeni risponde: “Il denaro passa attraverso (una richiesta) di Giulio, poi dall’istituzione britannica arriva al Centro egiziano fino al sindacato degli ambulanti”.
Abdallah però non sembra convinto e continua a fare domande al sindacalista: “Non è che poi il Centro egiziano mi prende in giro e non ci dà i soldi?”, “Non ho potere in questo, non posso decidere io le modalità”, è la risposta. Non soddisfatto Abdallah domanda ancora a Regeni se ci vorrà tanto tempo, il quale risponde che gli unici progetti finanziabili sono quelli che riguardano il sindacato: “Se c’è un’idea e si vogliono ottenere i soldi, inshallah, si possono raccogliere le informazioni, ma ci sono molti progetti da tutto il mondo per ottenere questi soldi, quindi la cosa non è certa, dobbiamo provare, ma se ci sono idee allora… si può provare a presentare un eventuale progetto. Servono informazioni”.
“Di che tipo?”, domanda Abdallah. “Ad esempio, cos’è importante per il sindacato? Di che cosa ha bisogno, cosa vuole fare il sindacato con questi soldi? Questa è la cosa importante”, prosegue Regeni. “Quindi tu hai bisogno di idee?”, ripete ancora l’egiziano. “Io ho bisogno di idee. Qualsiasi cosa”, conclude Regeni.
Della vicenda ci resta anche un commento del ricercatore friulano, che a proposito sul suo diario annotava la richiesta come “un segno di miseria umana”.
La Procura di Roma ha aperto una inchiesta per tentare di fare luce sulle ultime ore di Giulio Regeni. Da quanto emerso finora, il capo del sindacato degli ambulanti Abdallah denunciò alla polizia del Cairo i suoi rapporti con Regeni già prima del 6 gennaio di un anno fa (ovvero il giorno dell’incontro a cui si riferisce il filmato), ma non è vero che non sapeva nulla del video. E’ proprio in quella occasione, secondo gli investigatori italiani, che il sindacalista e la polizia avrebbero concordato come fare le riprese video che stanno circolando ora.