Sergio Mattarella ha giurato da Presidente della Repubblica, dando il via ufficialmente al suo settennato. La mattinata è stata scandita dal cerimoniale dell’insediamento, dall’arrivo a Montecitorio, il giuramento e il discorso, il primo tenuto alla Nazione davanti al Parlamento in seduta comune. A seguire l’omaggio al Milite Ignoto e gli onori militari, ricevuti da tutti i corpi armati (il Presidente è anche Capo Supremo delle Forze Armate). Mattarella è arrivato a bordo di una vettura del Quirinale, scortata dai Carabinieri motociclisti, dove è stato accolto dalle Presidenti Laura Boldrini e la Presidente Vicaria del Senato Valeria Fedeli (Pietro Grasso è Presidente della Repubblica Supplente). Lunedì 2 febbraio le dimissioni la giudice costituzionale; il giuramento e il discorso a seguire, il viaggio a bordo della Lancia Flaminia presidenziale degli anni Sessanta, scortato dai Corazzieri a cavallo al Colle. Infine gli onori militari nel cortili del Quirinale, il vessillo presidenziale che torna a sventolare sul Colle, il passaggio di consegne con Giorgio Napolitano e l’insediamento ufficiale nel pieno delle sue cariche.
Una cerimonia laica ha dato il via ufficiale alla Presidenza di Sergio Mattarella, nuovo inquilino del Colle dopo i nove anni di Napolitano: dal giuramento al discorso fino ai festeggiamenti per l’insediamento con tutte le forze politiche chiamate per l’occasione.
L’arrivo a Montecitorio
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Alle 10 la mattinata di Sergio Mattarella è iniziata con l’arrivo a Montecitorio, scandito dalla campana principale del palazzo della Camera. Qui è stato accolto dalle Presidenti in carica, Laura Boldrini e Valeria Fedeli; ha salutato i Questori delle due Aule e i funzionari per poi recarsi in Aula dove è stato accolto dal lungo applauso del Parlamento.
Il giuramento
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Come da cerimoniale, Sergio Mattarella è stato presentato dalla presidente Boldrini che ha chiesto il giuramento di fedeltà alla Costituzione. “Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione“, la formula cristallizzata dall’articolo 91 della Carta costituzionale.
Il primo discorso
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Nella prima fase del discorso, Mattarella ha ringraziato il Parlamento e i suoi predecessori, Carlo Azeglio Ciampi e in particolare Giorgio Napolitano, “che in un momento difficile ha accettato l’onere del secondo mandato“.
“Avverto pienamento la responsabiltià del compito che mi è stato assegnato, di rappresentare l’unità del Paese come le attese e le speranze dei nostri concittadini“, ha esordito il Capo dello Stato.
Il lavoro è al primo posto nel discorso del neo Presidente perché “la lunga crisi ha aumentato le ingiustizie“, ma “non deve intaccare i principi costituzionali“. Le riforme sono fondamentali perché è un “dovere dare risposte efficaci alle sfide che abbiamo di fronte“, ma “non servono generiche esortazioni a guardare al futuro. Serve la mobilitazione di tutta la società italiana“.
Un passaggio è dedicato alle novità della società attuale che la politica deve sapere interpretare, come dimostra anche la composizione dello stesso Parlamento, il più giovane e con la maggior presenza femminile d’Europa.
“Questo stesso Parlamento presenta elementi di novità, la più alta percentale di donne e molti giovani: un risultato prezioso che troppe volte la politica finisce per ocurare dietro polemiche. I giovani parlamenti portano in queste Aule le speranze e le attese dei propri coetanei e rappresentano la voglia di cambiare. A loro chiedo in particolare di dare un contributo essenziale, per essere rappresentanti dell’intero popolo italiano. Tutti sono chiamati ad assumersi questa responsabilità“, prosegue il Presidente, chiamando tutte le forze politiche, nessuna esclusa, a fare la loro parte, anche se nuova e meno esperta come il M5S.
“La politica deve essere intesa come servizio alla comunità“, per “ricollegare i cittadini alle istituzioni: la democrazia non è una conquista definitiva“, ma va adeguata alle nuove forme della società: da qui la necessità delle riforme costituzionali perché “riformare la Costituzione serve per rafforzare la democrazia” così come è prioritaria una nuova legge elettorale.
Un lungo applauso scatta al passaggio dedicato al ruolo del Capo dello Stato, definito un arbitro imparziale: “All’arbitro compete la puntuale applicazione delle regole, l’arbitro deve essere e sarà imparziale: i giocatori lo aiutino con la loro correttezza“.
Mattarella passa in rassegna quello che comporta il suo ruolo come garante e arbitro imparziale. “La garanzia della Costituzione è la sua applicazione”, spiega, interrotto più volte da lunghi applausi del Parlamento. Rispettare la Costituzione dunque, significa garantire “il diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna in ambienti sicuri e garantire il loro diritto al futuro; riconoscere il diritto al lavoro; promuovere la cultura diffusa; amare i nostri tesori ambientali e artistici; ripudiare la guerra e promuovere la pace; garantire i diritti dei malati; che ciascuno concorra con lealtà alle spese nazionali; che la giustizia abbia tempi rapidi. Significa anche fare in modo che le donne non debbano avere paura di violenze e discriminazione; rimuovere ogni barriera che limiti i diritti dei disabili; sostenere la famiglia, risorsa della società, garantire autonomia e pluralismo dell’informazione. Significa anche ricordare la Resistenza e il sacrificio di tanti che 70 anni fa liberano l’Italia; garantire libertà dei diritti civili, della sfera sociale e affettiva“.
Un passaggio molto sentito è quello che riguarda la lotta alla criminalità sotto ogni aspetto, le vecchie e le nuove mafie. “Garantire la Costituzione significa diffondere un forte senso di legalità: la lotta alla mafia e alla corruzione sono priorità assolute. La corruzione ha raggiunto livelli inaccettabili e impedisce la corretta applicazione delle regole del mercato“. A questo proposito, ricorda anche le parole di Papa Francesco e rincara la dose, ricordando al Parlamento come sia allarmante “la diffusione delle mafie, un cancro asfissiante”: per questo auspica il supporto anche della politica alla magistratura e le forze dell’Ordine che combattono le mafie. Il Presidente si commuove al ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, definiti “eroi” della lotta alla criminalità.
C’è poi un passaggio sul terrorismo internazionale e il ricordo di Stefano Tachè, la piccola vittima dell’attentato alla sinagoga di Roma del 1982, che, a soli due anni, “era un nostro bambino”. Lo Stato deve assicurare sicurezza e libertà e la risposta al terrorismo deve essere “globale”. Da qui la necessità di “rilanciare senza indugio” l’unità dell’Europa che per l’Italia è un “approdo sicuro”, anche per dare risposta ai tanti “profughi”, una “emergenza grave e dolorosa. L’Europa deve essere più attenta, impegnata e solidale”.
Mattarella ricorda poi i due marò detenuti in India e i tanti cooperanti italiani in zone di guerra, come i tre concittadini ancora sequestrati “in terre difficili e martoriate“.
“Nelle istituzioni si rifletta il volto dei cittadini”, conclude Mattarella che ricorda i bambini, i giovani, chi ha perso il lavoro e chi continua a investire, i malati e le loro famiglie. Quei volti “raccontano di un popolo che vogliano più libero e solidale. Viva la Repubblica, viva l’Italia”.
L’arrivo al Quirinale
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Dopo l’omaggio al Milite Ignoto all’Altare della Patria, Mattarella è salito a bordo dell’auto presidenziale, la Lancia Flaminia 335, che per l’occasione appariva nella sua versione decappottata. Scortato dai corazzieri a cavallo, è arrivato al Quirinale. Qui sul torrino del Colle è stato sventolato il Tricolore ed è apparso il drappo presidenziale, che il 14 gennaio scorso era stato ammainato in seguito alle dimissioni di Napolitano. Il nuovo Presidente della Repubblica è entrato nel cortile del palazzo ed ha ricevuto gli onori militari. Napolitano ha consegnato a Mattarella l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce e gli ha fatto indossare Gran cordone. Nel Salone dei Corazzieri, alla presenza di tutte le forze politiche, si è avuto il passaggio di ruolo tra il Presidente supplente Pietro Grasso e Mattarella.
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