Era stato accoltellato dal figlio lo scorso mese di aprile. Dopo la brutale aggressione, sembrava essersi ripreso, anche se ancora in cura in una struttura specializzata. Ma il cuore di Giuseppe Picci non ha retto e si è spento dopo mesi.
Aveva solo 69 anni e fu accoltellato dal figlio nella sua casa in provincia di Sassari. Ripercorriamo la vicenda per capire cosa è successo.
Era il 27 aprile del 2022 quando Giuseppe Picci, di 69 anni, veniva aggredito da suo figlio Alberto, armato di un fucile subacqueo. L’aggressione avvenne nella loro abitazione, in provincia di Sassari, a Santa Maria Coghinas. Giuseppe, per miracolo, riuscì a salvarsi, anche all’intervento immediato dei sanitari. Anche sua moglie Maria Giovanna, era stata colpita con la stessa arma.
Un miracolo per entrambi che riuscirono a salvarsi da quella brutale aggressione. Una vita salva sì, ma che li vedeva, ancora oggi, ospiti in una struttura specializzata per la riabilitazione e per le cure specializzate. Una chiamata d’aiuto disperata fu quella di Maria Giovanna al 112, nella speranza che le Forze dell’Ordine arrivassero quanto prima a fermare la furia omicida di Alberto.
Il figlio, di 47 anni, li aveva aggrediti nel cuore della notte e se non fossero arrivati i Carabinieri, l’uomo li avrebbe sicuramente ammazzati per come stava continuando ad accanirsi su di loro. Quando furono salvati dall’immediato intervento di Forze dell’Ordine e sanitari, le loro condizioni sembravano disperate. Giuseppe subì un delicato intervento chirurgico.
Il figlio non ha mai saputo dare una spiegazione dell’insano gesto compiuto a discapito dei suoi genitori, ma alla base si è sempre sospettato dei problemi psichici. La ricostruzione fatta dai Carabinieri, e anche dopo il primo interrogatorio che Alberto ha subito, il suo stato era quello di un uomo confuso, che non riusciva a capire cosa mai avesse compiuto: “Se ho fatto quello che dite, l’ho fatto involontariamente” – furono le sue parole davanti a chi lo interrogava.
Le successive perizie alle quali fu sottoposto, stabilirono che effettivamente Alberto era incapace di intendere e di volere nel momento in cui stava agendo contro i suoi genitori. Dall’altro lato, infatti, come dicevamo, non ha mai saputo spiegare il motivo per cui lo aveva fatto.
I genitori si salvarono per miracolo, ma le cure per la riabilitazione e per un ritorno alla normalità sono state ancora più dolorose. Dopo l’intervento che aveva subito all’ospedale di Sassari, Giuseppe piano piano si stava riprendendo. Poi, la notizia della sua morte.
La Procura della Repubblica di Sassari ha disposto degli accertamenti sul corpo di Giuseppe per capire il motivo della sua morte e se tutto ciò che è successo, avesse ancora a che fare con l’aggressione subita lo scorso mese di aprile.
Con la morte del padre, per il figlio Alberto cambiano anche i capi di accusa. Ora è accusato di duplice tentato omicidio. Su disposizione del giudice, l’uomo sarà giudicato con rito abbreviato e l’udienza è fissata per il prossimo 13 aprile.
Nei prossimi giorni saranno chiarite le cause del decesso di Giuseppe, come disposto dalla Procura.
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