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Giuseppe Uva sarebbe stato violentato dopo l’arresto. 6 poliziotti e un carabiniere andranno a processo, perché accusati di omicidio preterintenzionale per la morte dell’uomo avvenuta nel 2008 in ospedale, tre ore dopo essere stato portato in caserma per un fermo. Secondo il legale della sorella di Giuseppe Uva, che si è costituita parte civile nel procedimento, può essere considerato uno scandalo il fatto che soltanto oggi si arrivi ad un rinvio a giudizio, perché il rischio è quello della prescrizione.
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Grande soddisfazione, comunque, è stata espressa da parte della sorella di Uva, Lucia, che è scoppiata in lacrime dopo la decisione del gup. Lucia Uva ha detto che dopo 4 anni ce l’hanno fatta, visto che i giudici hanno stabilito che ci vuole un processo. La stessa Lucia Uva ha ricordato il PM di Varese Agostino Abate, affermando che egli non ha voluto mai cercare la verità. Ha specificato poi che suo fratello non ha mai fatto atti di autolesionismo, ma è forte la sua convinzione che il giovane sia stato picchiato in caserma.
La vicenda
Il 14 giugno 2008 due amici, Giuseppe Uva e Alberto Biggiogero, hanno bevuto e stanno compiendo alcuni atti di vandalismo a Varese. Alcuni residenti chiamano i carabinieri. Arriva anche una volante della polizia. Le forze dell’ordine fermano i due uomini, i quali, verso le 3:45 della notte, vengono portati in caserma. Biggiogero sente un carabiniere rivolgersi a Uva, dicendogli: “Proprio te, Uva, cercavo, adesso te la faccio pagare”. Dopo queste parole Biggiogero sente l’amico in un’altra stanza urlare. Per questo decide di chiamare il 118, dicendo che i carabinieri lo stanno massacrando.
Il 118 si rivolge al comando dei carabinieri, i quali decidono di rifiutare l’ambulanza, adducendo come motivazione il fatto che gli uomini fossero entrambi ubriachi. Dopo un po’ gli stessi carabinieri chiamano la guardia medica, ma il medico non riesce a calmare il paziente. Arrivano un’ambulanza e del personale del 118. Tutti i medici negano che Giuseppe Uva sia stato picchiato. Uva viene portato prima al pronto soccorso, dove il caso viene esaminato e gli vengono somministrati dei calmanti.
Successivamente viene portato in psichiatria e, intorno alle 10 di quella mattina, muore. Interviene la Procura di Varese, che ipotizza un errore medico. Viene ordinata la riesumazione del cadavere e, dopo la perizia, i medici vengono tutti assolti. Si apre quindi una seconda inchiesta, che coinvolge i carabinieri e i poliziotti presenti quella notte in caserma.