NanoPress intervista Corrado Nuzzo e Maria Di Biase, in scena al Teatro Nuovo di Milano dal 15 al 20 marzo 2016 con Gli Impiegati dell’Amore, di David Foenkinos, per la regia di Marie Pascale Osterrieth. Conosciuti al grande pubblico anche grazie alla loro partecipazione a Zelig e Quelli che il calcio, il duo comico ha preso una pausa dalla televisione per dedicarsi appieno allo spettacolo, con il quale hanno attraversato l’Italia da Nord e Sud. Ne Gli impiegati dell’amore sono Michel e Sylvie, due single un po’ insignificanti che vendono felicità ai loro clienti.
Com’è nata l’idea di portare in scena Gli Impiegati dell’Amore?
Corrado Nuzzo: Siamo appassionati di commedie francesi. Ci piace come scrivono, ci piacciono la sensibilità e la delicatezza che mettono nel comico, che poi diventa dirompente, va al contrario e arriva nella parte oltraggiosa. Siamo stati contattati su Facebook dal produttore, abbiamo letto il testo, ce ne siamo innamorati e da lì è partita la produzione dello spettacolo con Banana’s; poi abbiamo coinvolto la regista francese (Marie Pascale Osterrieth,ndr) perché volevamo tentare di mischiare il nostro modo di lavorare molto italiano a un testo diverso, particolare.
Riscontrate particolari differenze tra la comicità italiana e quella francese?
Corrado Nuzzo: Ci abbiamo messo molto del nostro, però il tipo di racconto è diverso, è particolare e ci è piaciuto molto approcciarci a questo testo e lavorarci su.
In Francia lo spettacolo è biglietto d’oro. Anche voi aspirate allo stesso traguardo?
Maria Di Biase: Ci accontentiamo del bronzo!
Nuzzo: Sta andando molto bene, abbiamo fatto diverse date, lo abbiamo provato con il pubblico sia del nord sia del sud, isole comprese. La cosa bella è che non notiamo differenze, a parte la nostra grandissima bravura (”molto modesto!”, interviene Maria Di Biase, ndr). Il testo è scritto bene, lo abbiamo adattato al pubblico italiano, ma ci aveva entusiasmato subito, piace molto.
Siete coppia anche nella vita, ma nello spettacolo indossate i panni di due single che vendono felicità ai clienti.
Di Biase: La storia è ambientata in un’agenzia matrimoniale. I protagonisti cercano di trovare l’amore a tutti tranne che a loro stessi perché sono inadeguati. In realtà, nel momento in cui l’agenzia entra in crisi per via dei ridimensionamenti e per via di internet, visto che adesso è più facile trovare l’amore su una chat che andare fisicamente in un’agenzia matrimoniale, si ritrovano a scoprire l’amore, quindi non tutti i mali vengono per nuocere.
Oltre alla comicità teatrale, amate anche i film comici francesi?
Di Biase: Moltissimo, ”Cena tra amici” è un film che abbiamo amato tanto; anche quello di Paolo Genovese, ”Perfetti sconosciuti”, è molto bello, mi ha fatto ricordare ”Cena tra amici”: ti ritrovi lì e viene fuori di tutto, si sviluppano temi intensi della propria vita.
Vi piacerebbe recitare al cinema in un film francese?
Nuzzo: Molto, lingua permettendo!
Di Biase: Già facciamo fatica con l’italiano! (ride, ndr) L’anno scorso siamo stati al Festival d’Avignone e ci piace molto il lavoro che i francesi fanno sul comico.
Si parla spesso di crisi della comicità: siete d’accordo?
Di Biase: C’è crisi? Devo dire che adesso vanno di moda i cuochi, però ognuno fa il lavoro che sceglie e continua a farlo a prescindere dalle mode e continua a crederci finché lo fa.
Nuzzo: Cambiano i tempi, adesso si bruciano le tappe su tutto, si fa overdose di qualunque cosa, non si ha il tempo di crescere, di fare un percorso artistico diverso. Adesso anche i talent creano fenomeni che dopo due mesi hai completamente dimenticato, quindi, da una parte si agevola la creatività, il nuovo, e dall’altra sono solo eventi stagionali. Noi ci siamo formati a metà strada tra il vecchio e il nuovo perché abbiamo l’età in cui o vai in crisi o capisci che hai un’opportunità: abbiamo consolidato un po’ il pubblico, che ci ama, ci segue – e di questo siamo contenti – e lo ritroviamo in teatro; però guardiamo anche al nuovo. Sicuramente il web è la nuova frontiera e stiamo lavorando anche per quello.
Mancate dalla tv da una stagione. Avete preso una pausa perché eravate impegnati con la tournée?
Di Biase: Sì. Dovevamo portare in scena lo spettacolo già un anno fa e lavorare a Quelli che il calcio non ci dava la possibilità di fare una tournée e, siccome per noi il teatro è davvero importante, alla fine siamo stati ben contenti di fare una pausa televisiva anche perché in teatro ti rigeneri. Il rapporto con il pubblico ti dà molto più calore e il distacco dalla televisione ti fa venire nuove idee: quando sei dentro, sei lì che fai, fai, e ogni settimana bruci velocemente tutto, mentre il teatro ti dà la possibilità di migliorare volta per volta quello che stai portando.
Nuzzo: Non siamo bulimici di tv, né nel farla né nel guardarla. E’ un mezzo che ci piace come tutti gli altri, quest’anno ci stiamo dedicando alla radio, al teatro e stiamo già bene così. Stare molto in video è controproducente per un comico, bisogna mancare per poi tornare ogni tanto quando si ha una bella idea.
Si rischia l’effetto saturazione?
Nuzzo: Sì, perché il comico è abbastanza in crisi, quindi se non ti reinventi rischi di stare nella schiera dei comici che tentano di fare un’apparizione e a noi non interessa.
Quando tornerete in video?
Di Biase: Torneremo presto. Amiamo tutti i mezzi, anche come autori: si cerca sempre qualcosa che faccia ridere, è una continua sfida ed è sempre bello e divertente, però ogni tanto per fare il teatro devi stare fermo altrimenti, se lo fai come ripiego, è brutto.
Se vi dovessero chiedere una parodia, a chi pensereste?
Nuzzo: La cucina sarebbe da affrontare, a Quelli che il calcio abbiamo chiuso con MasterChef Senior, e poi sicuramente il programma dei due tizi nel letto (Undressed, ndr).
Di Biase: Stanno andando talmente oltre che sono già un parodia.
Vi manca il ruolo drammatico?
Di Biase: Quest’anno ho fatto il film con Paola Cortellesi, Gli ultimi saranno gli ultimi; avevo un ruolo drammatico e mi è piaciuto tanto.
E in coppia?
Nuzzo: Sì, siamo sperimentatori veri. Prendiamo sempre strade particolari, cerchiamo sempre di spiazzare il nostro pubblico per farlo innamorare di nuovo; è come quando stai in coppia da tanto tempo e devi sempre trovare nuovo modo di presentarti.
Di Biase: Non è tanto un nuovo modo per presentarsi, quanto per sperimentarci noi perché nella novità uno si rimette in discussione ed è sempre piacevole.
Nuzzo: Ben venga qualcosa di drammatico dove possiamo far vedere che siamo comunque tristi. Vinceremmo il biglietto di bronzo!
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