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Gli infortuni più gravi nella storia del calcio

Quando si parla di infortuni più gravi nel calcio, alcune volte, non si percepisce che sono incidenti seri, e che, in qualche caso, hanno rischiato di far terminare in anticipo la carriera di qualche calciatore. O di cambiarne comunque il modo di giocare. Nella storia, ci sono stati infortuni gravi che hanno avuto una vasto eco sui media, in particolare per i grandissimi del calcio. Ma non vanno dimenticati gli incidenti che settimanalmente colpiscono pure giocatori delle serie minori.
Vediamo un elenco degli infortuni più gravi nella storia del calcio:

GIACOMO BONAVENTURA

Fine gennaio 2017: Giacomo Bonaventura si fa male a Udine e il Milan perde l’ex atalantino per diversi mesi. Il giocatore, tra l’altro in gol contro l’Udinese, ha riportato infatti una lesione del tendine del lungo adduttore della coscia sinistra: “Necessita di intervento chirurgico, a cura del professore Sakari Orava”. Questo il comunicato stampa della Società rossonera. Dopo l’operazione, il recupero è previsto in quattro mesi circa. Il centrocampista offensivo, inizialmente, sembrava aver riportato ‘solo’ un danno muscolare; successivamente, la diagnosi peggiore.

ALESSANDRO DEL PIERO

Udine è di nuovo il teatro di un grave infortunio, che riguarda Alessandro Del Piero. La partita è Udinese-Juventus: è l’8 novembre del 1998. Alex si accascia a terra nei pressi della linea di fondo dopo un contrasto con Bertotto. La Juve di Carlo Ancelotti, in quella partita e in quel campionato, comanda, ma l’infortunio – choc di Pinturicchio peserà eccome. La diagnosi: lesione del crociato. Per il 24enne futuro recordman bianconero tornare sarà un percorso lungo e difficile. Resterà infatti fermo per nove mesi dopo l’operazione al ginocchio, eseguita negli Stati Uniti. Ci vorrà tempo anche per ritrovare la forma, una volta tornato a giocare.

DIEGO MARADONA

Diego Maradona, ai tempi del Barcellona, viene messo ko dal difensore dell’Athletic Bilbao Andoni Goicoetxea. Un durissimo intervento che provoca all’argentino la frattura della caviglia sinistra. E’ il 23 settembre del 1983, il numero dieci sudamericano è già un fenomeno si parla di premeditazione nell’intervento del giocatore basco. Per questo infortunio, Dieguito perderà il 30 per cento nella mobilità del piede sinistro, proprio quello con cui ha incantato tutto il mondo.

CLAUDIO MARCHISIO

Aprile 2016: un altro giocatore della Juventus, Claudio Marchisio, si rompe il crociato anteriore del ginocchio sinistro durante il match contro il Palermo. Il centrocampista viene operato e salta gli Europei con la Nazionale di Antonio Conte. Succede tutto al 15′ del primo tempo: il giocatore esce in barella dopo uno scontro con Vazquez e il movimento innaturale del ginocchio. Mani sul volto per Marchisio, i compagni capiscono subito la gravità del ko, in particolare Gigi Buffon, che si lascia andare a una parolaccia davanti alle telecamere. Sei mesi ci vorranno per rivedere in campo il giocatore che, però, deve ancora ritrovare la piena forma.

RONALDO

Il Fenomeno dai muscoli fragili il 12 aprile del 2000 si fa molto male all’Olimpico contro la Lazio. E’ la finale di Coppa Italia tra Lazio e Inter e Ronaldo era appena tornato, dopo sei mesi di stop. Al primo tentativo di doppio passo, il ginocchio destro del brasiliano fa crack (lacerazione completa del tendine). Lui piange, tutto lo stadio lo applaude. Ci vorranno altri mesi per rivedere il Fenomeno sui campi di calcio. Ma i tifosi dell’Inter non se lo godranno a lungo visto il passaggio al Real Madrid.

Ronaldo viene operato dal professor Saillant a Capbreton, dove già aveva subito il primo intervento. L’8 marzo del 2001 viene definito clinicamente guarito. A giugno torna in campo in amichevole contro il Sant’Angelo Lodigiano, mettendo a segno due gol.

ROBERTO BAGGIO

A 18 anni, nel Vicenza, Roberto Baggio subisce il primo grave infortunio della sua carriera. Succede il 5 maggio durante Rimini-Vicenza. Sulla panchina del Rimini siede un certo Arrigo Sacchi. Baggio sblocca la partita, poi si sacrifica rincorrendo un avversario, entra in scivolata e la gambe si gira al contrario. Rottura del crociato anteriore, della capsula, del menisco e del collaterale della gamba destra. Un infortunio del genere potrebbe troncare la carriera di chiunque. Ma Roby Baggio di belle pagine nel mondo del calcio ne ha ancora tante da scrivere. Lo stesso Divin Codino racconterà però di non essersi mai ripreso completamente da quell’infortunio: “Ho giocato sempre con una gamba e mezza“.

FRANCESCO TOTTI

Stagione 2005/2006, altra vittima illustre è Francesco Totti, il numero 10 della Roma. Contro l’Empoli, il capitano si fa male alla caviglia dopo un intervento di Richard Vanigli. La diagnosi è impietosa: frattura del perone con interessamento dei legamenti della caviglia sinistra. Stagione terminata in anticipo, ma ci sono i Mondiali in Germania a fine stagione e uno come Totti non può non esserci. Eppure, in quel momento, si parla addirittura di carriera finita per l’ex Pupone. La sua forza di volontà, invece, lo porta a essere autore di un recupero record. In Germania, Totti ci va. E contribuisce alla vittoria dei Mondiali.

PETER CECH

Il portiere del Chelsea, il 14 ottobre del 2006, si scontra con il centrocampista del Reading Stephen Hunt. Ginocchio contro testa, impatto terribile. Il numero uno dei Blues finisce a terra, non riesce né a camminare, né a gattonare. Viene trasportato fuori dal campo, sviene negli spogliatoi. La prima paura è che ci possa essere un’emorragia interna, ma per fortuna non è così. Si tratta di una frattura del cranio e, dopo tre mesi, Cech è di nuovo in campo. Da quel giorno, però, gioca con un caschetto da rugby a protezione della testa.

GIANCARLO ANTOGNONI

In qualche modo, l’infortunio di Giancarlo Antognoni, giocatore della Fiorentina, ricorda quello di Cech. In questo caso, però, è la testa del viola a finire contro il ginocchio del portiere del Genoa Silvano Martina. Il 22 novembre del 1981 è un giorno di grande paura per tutta Firenze: il simbolo della squadra toscana insegue la palla in area mentre Martina esce per intercettare la palla, con troppa veemenza. Ginocchio contro testa. Antognoni ha un arresto cardiaco, fortunatamente poi si riprende grazie al massaggio del medico del Genoa. Tre mesi dopo sarà di nuovo in campo e parteciperà pure alla festa azzurra per la vittoria del Mondiale in Spagna.

MARCO VAN BASTEN

Il Cigno di Utrecht ha finito anzitempo la carriera per colpa degli infortuni. Sono le caviglie il tallone d’Achille di Marco Van Basten. Subirà ben quattro chirurgici nella sua carriera, fino all’ultimo nel 1993. Due anni per cercare di recuperare, ma il 17 agosto del 1995 è lo stesso giocatore ad annunciare il ritiro. “Il calcio perde il suo Leonardo da Vinci” commenterà Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan. Già con l’Ajax, del resto, l’attaccante aveva manifestato di avere muscoli di cristallo, ed era stato operato per la prima volta in Svizzera (stop forzato di tre mesi).

DOMENICO GIAMPA’

Meno famoso degli altri citati, ma il suo infortunio ha fatto epoca anche per le immagini televisive. Stiamo parlando di Domenico Giampà, giocatore del Messina infortunatosi contro il Lecce il 24 ottobre del 2004. Lui sta rincorrendo la palla, un avversario lo spinge e Giampà finisce contro i cartelloni pubblicitari. Il giocatore si ferisce alla coscia destra con un taglio di 20 centimetri, ricucito con 147 punti. La diagnosi parla di ferita lacero-contusa del terzo medio e del terzo inferiore della coscia sinistra, con interessamento della cute, della fascia muscolare e del muscolo vasto – laterale.

GIGI RIVA

31 ottobre 1970, Italia-Austria. Gigi Riva ruba palla fuori area a un difensore e vola verso la porta. Il terzino Hef lo ferma con in intervento a forbice da dietro: per l’attaccante è la rottura del perone destro e distacco dei legamenti. Quattro anni prima, il bomber del Cagliari aveva già subito un brutto infortunio: contro il Portogallo, il portiere in uscita gli spezzò in due il perone sinistro.

Citiamo, infine, anche lo sfortunato Federico Mattiello. Prima si frattura tibia e perone, poi, al ritorno in campo, si procura di nuovo un infortunio allo stesso ginocchio, con frattura composta della parte distale della tibia. E citiamo il francese Patrick Battiston, travolto dalla folle uscita del portiere della Germania Ovest Schumacher nella semifinale dei Mondiali del 1982. Due giorni di coma, danneggiamento delle vertebre, frattura della mascella e quattro denti frontali rotti: cinque mesi di stop.

Alessandro Pignatelli

Alessandro Pignatelli è stato collaboratore di Nanopress dal 2016 al 2018, occupandosi principalmente di cronaca e sport.

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